Aumentano gli assegni di ricerca (+20%) e quasi raddoppiata la quota dei fondi da assegnare in base al merito (930 milioni). Taglio ai corsi di laurea (-25%) e dei curricula (-40%). Assegni di ricerca più alti (+20%), quasi raddoppiata la percentuale dei fondi assegnati alle università su base meritocratica, norme per bilanci più trasparenti, riduzione del numero dei corsi di laurea, razionalizzazione dei settori scientifico-disciplinari, certificazione degli atenei e valutazione della qualità della ricerca, nuove procedure per l’abilitazione scientifica nazionale e l’internazionalizzazione dell’università, 106 milioni per i progetti di ricerca PRIN e test di medicina in inglese.
Sono queste le principali novità che il ministro Mariastella Gelmini ha illustrato nel corso della conferenza stampa dedicata all’iter di attuazione della Riforma e alle nuove norme previste per le università italiane.
Riforma dell’università
Prosegue rapidamente l’iter di attuazione della Riforma. Dei 38 provvedimenti previsti (decreti legislativi, regolamenti, decreti ministeriali), 32 sono già stati firmati dal ministro e a breve saranno emanati anche i restanti 6. 7 decreti saranno approvati in via definitiva entro luglio e i rimanenti entro fine settembre.
Assegni di ricerca più alti
Aumenta di oltre il 20% l’importo minimo degli assegni di ricerca. Si passa così da 16mila euro a 19.630 euro, che rappresentava il precedente valore massimo. Contestualmente, il tetto agli assegni di ricerca è stato abolito;
Nuove procedure di abilitazione scientifica
Entro l’anno saranno finalmente sbloccate le nuove procedure di abilitazione scientifica nazionale, prerequisito necessario per l’accesso alla docenza. Si tratta di una rigorosa valutazione dei meriti scientifici dei docenti basata su criteri di merito e qualità predefiniti;
Internazionalizzazione delle università
Per favorire l’internazionalizzazione del sistema universitario italiano e attirare dall’estero i migliori studiosi verso i nostri atenei, sono previste procedure semplificate per la chiamata diretta di ricercatori e docenti. Potranno essere chiamati anche i ricercatori, italiani e stranieri, che hanno vinto importanti e prestigiosi progetti di ricerca internazionali, riconosciuti attraverso un decreto del ministro. Sono stabiliti inoltre i criteri di equipollenza tra il progetto di ricerca vinto e il ruolo che lo studioso può ricoprire all’interno degli atenei;
Nuova contabilità economico-patrimoniale e commissariamento degli atenei in rosso.
Vengono stabilite nuove regole per la contabilità economico-patrimoniale a cui tutte le università dovranno adeguarsi entro il 2014, per garantire una maggiore trasparenza dei conti e nella gestione delle risorse. Il decreto prevede anche linee guida e misure che le università a rischio devono seguire per uscire dalla situazione di difficoltà finanziaria ed evitare il commissariamento. Si tratta di una sorta di “cartellino giallo” che può diventare “rosso” se, nonostante questa possibilità, gli atenei non metteranno ordine nei propri conti. In questo caso, infatti, scatterà il commissariamento.
Accreditamento dei corsi e delle sedi
Tutti i nuovi corsi attivati e le nuove sedi istituite dovranno essere accreditati e certificati. Saranno oggetto cioè di un’attenta valutazione di qualità svolta dall’Anvur. La valutazione comunque non sarà “una tantum” ma si svolgerà regolarmente per verificare gli standard di qualità delle università e riguarderà, nei prossimi anni, anche i corsi e le strutture già esistenti;
Riduzione dei settori scientifico-disciplinari
E’ stato razionalizzato il numero dei settori disciplinari, che passano da 370 a180 settori concorsuali;
Dottorati di ricerca
Istituite nuove modalità di selezione per l’attivazione di dottorati di ricerca, basate su criteri riconosciuti anche a livello internazionale. Anche i dottorati dovranno essere accreditati e dunque certificati e valutati.
Gli altri provvedimenti:
Razionalizzazione dei corsi e dei curricula
In tre anni, dall’anno accademico 2007/2008, c’è stata una riduzione del 25% dei corsi di laurea e del 40% dei curricula. I corsi passano da 5.879 a 4.389, mentre i curricula passano da 8.955 a 5.424.Si tratta di un’opera di razionalizzazione dell’offerta formativa che ha l’obiettivo di garantire agli studenti percorsi di studio di maggiore qualità e meglio seguiti dai docenti. Il numero dei corsi attivati infatti deve tenere conto del corpo docente disponibile in ogni università, sia dal punto di vista numerico che scientifico, in modo da assegnare ad ogni corso di laurea un numero adeguato di docenti con un curriculum scientifico pertinente con gli insegnamenti previsti.
Più risorse alle università migliori
Aumenta la percentuale del Fondo di finanziamento ordinario che viene distribuita alle università in base a specifici criteri di qualità e merito. Rispetto al 2010, quando la quota era del 10%, la percentuale sale al 13,5%. Dal 2009, quando il 7% dei fondi è stato distribuito su base meritocratica, la percentuale è quasi raddoppiata. Si tratta, in valori assoluti, di circa 930 milioni di euro, rispetto ai 720 milioni del 2010.Negli ultimi tre anni, da quando la distribuzione dei fondi alle università è legata alla valutazione, più della metà degli atenei italiani è migliorata nei parametri di qualità presi in considerazione.
VQR – Valutazione della qualità della Ricerca
Uno dei i primi compiti dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca insediata il 2 maggio scorso, è la valutazione della qualità. Sarà esaminato, su indicazione del ministro, il lavoro di tutti i professori e di tutti i ricercatori delle università italiane. I risultati delle valutazioni dell’Anvur saranno determinanti per la distribuzione della quota premiale dei fondi, assegnata agli atenei su base meritocratica.
Ricerca, 106 milioni per il PRIN
Si è conclusa la selezione dei Progetti di ricerca di interesse nazionale. Ai progetti individuati sarà assegnata una cifra complessiva di 106 milioni di euro.Test d’ingresso a Medicina in ingleseQuest’anno, per la prima volta, nelle università dove sono attivati corsi di Medicina in inglese, anche il test d’ingresso si svolgerà in lingua. Si tratta dell’Università di Milano, dell’Università di Roma “La Sapienza” e dell’Università di Pavia. Il test sarà elaborato in collaborazione con l’Università di Cambridge e si svolgerà contestualmente alle Università di Londra e Cambridge.