Infortuni dell’INAIL: la banca dati raccoglie oggi quasi 8 milioni e 700mila casi

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L’Inail in data odierna ha pubblicato sul sito istituzionale il rapporto statistico 2010 del casellario centrale infortuni che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” riporta.

Il Rapporto Statistico contempla, nel periodo di osservazione i danni alla persona derivanti dagli eventi infortunistici accaduti sia in ambito professionale sia extraprofessionale, con particolare riferimento a quelli tutelati dalla assicurazione RC Auto.

La Banca Dati effettua una rilevazione degli eventi che hanno causato postumi di invalidità permanente e che sono effettivamente riconosciuti e/o indennizzati dagli enti assicuratori pubblici e privati.

Il Casellario si propone di fornire al sistema istituzionale, all’utenza pubblica e privata, agli enti di ricerca, agli addetti ai lavori, uno strumento utile sopratutto per le politiche pubbliche in materia di prevenzione degli eventi monitorati.

Infatti grazie al Casellario è possibile controllare se la persona interessata era già stata registrata e, in caso affermativo, per quale tipo di lesione: una verifica di grande utilità sia in caso di eventuali attività antifrode sia per analisi più strettamente medico-sanitarie proponendo una lettura di un fenomeno di grande allarme sociale.

Secondo l’Inail una crescita costante nel tempo. Al 31 dicembre scorso nella banca dati erano presenti quasi 8 milioni e 700mila (8.639.887 per l’esattezza) nominativi di infortunati/tecnopatici. Di grande rilievo è la crescita costante del dato (mediamente quasi 500mila l’anno, un incremento rappresentato – per la maggior parte – da casi INAIL o Rc auto gestiti dalle società assicuratrici): basti pensare che il totale delle anagrafiche presenti nel 2005 era di poco superiore ai 6 milioni e 150mila unità.

Dal 2009 al 2010 raddoppio delle consultazioni. Aspetto ancora più qualificante della attività istituzionale del Casellario – proprio perché rappresenta un parametro immediato per valutare l’utilità diretta della banca dati – è quello relativo alla sua consultazione. La ricerca dei precedenti con accesso diretto online ha fatto registrare, infatti, nel corso degli ultimi anni una crescita molto forte, al punto che nel corso del 2010 le ricerche complessive sono quasi raddoppiate rispetto al 2009, passando da 141.076 a 279.937. L’incremento è dovuto per lo più alle ricerche effettuate dalle imprese assicuratrici. Si presume, inoltre, che questo andamento è destinato a essere ampiamente confermato anche in futuro, considerato che – con il rilascio della nuova banca dati reingegnerizzata – è stata anche migliorata la navigabilità, resa più intuitiva ed agevole.

Dal 1992 il data base nazionale di tutti gli infortunati assicurati. Funzione primaria del Casellario è fornire i precedenti infortunistici di tutti coloro che sono coperti da una forma di polizza e, oltre agli Enti che gestiscono assicurazioni obbligatorie, tutte le imprese assicurative hanno l’obbligo per legge di comunicare i nominativi degli infortunati (insieme ad altre notizie relative alle modalità dell’incidente considerato). Istituito nel 1922 come prima forma di archiviazione degli infortuni sul lavoro con postumi permanenti,  il Casellario venne trasferito in gestione presso l’INAIL nel 1945 e, nel corso del tempo, ha progressivamente ampliato il proprio bacino informativo fino a diventare il data base nazionale di tutti gli infortunati assicurati (e non più, dunque, solo di quelli sul lavoro).

Uno strumento essenziale per le verifiche antifrode e sanitarie. Fondamentali le attività che questo strumento permette di gestire.

Giovanni D’Agata