Manovra economica: recuperare in Italia l’immensa evasione fiscale

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Manovra economica: la vera rivoluzione sarebbe recuperare l’immensa evasione fiscale che dilaga in Italia a cui si aggiunge il fatturato della criminalità organizzata. Mentre alla fine però a pagare sono sempre le famiglie e i pensionati.

Andrà sempre peggio di qui in avanti e il potere d’acquisto delle famiglie tenderà a scendere sempre più, con effetti negativi sui consumi e sull’intera economia. A pagare però sono sempre le famiglie e i pensionati, non certo gli evasori o i criminali che sfuggono alle tasse e non sono toccati dalle varie manovre economiche.
La vera rivoluzione sarebbe recuperare l’immensa evasione fiscale che dilaga in Italia. Sfuggono alla tassazione quasi 180 miliardi di euro, cui si aggiunge il fatturato della criminalità organizzata, una cifra intorno al 7% del Pil.
Intanto a causa della crisi economica e delle difficoltà di accesso, della certezza del credito e dei tempi di erogazione vi sarebbe un vero boom nel campo dell’usura. Ed il fatto è anche più eclatante se nella sola città di Roma, secondo quanto si è potuto apprendere in questi giorni in seguito alla maxi inchiesta sull’usura in città, un business da 20 miliardi
Il fatturato della criminalità organizzata, la rete del crimine organizzato del Paese, sta traendo profitti dalla recessione economica globale avvantaggiandosi dalla crisi finanziaria ed economica, dall’attuale stretta dei crediti e dalle sempre maggiori esigenze di liquidità dei piccoli imprenditori. A riprova è che il crimine organizzato si sta espandendo geograficamente dalle sue radici nelle regioni meridionali a Milano che un tempo si vantava di essere la “capitale morale” d’Italia, è ora casa di alcuni esponenti della ‘Ndrangheta calabrese, una delle più potenti organizzazioni criminali italiane.
E’ un allarme che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” si sente di lanciare in un momento nel quale la “Mafia Spa” rischia di usare le debolezze e le incertezze dell’economia per rafforzare le sue posizioni.
A differenza di altri settori, la mafia è stata poco colpita dalla crisi economica e finanziaria internazionale rendendola ancora più pericolosa. Le ingenti risorse finanziarie della mafia le permettono di ritagliarsi nuove fette di mercato e di trarre profitto dalla carenza di liquidità per acquistare proprietà, immobili ed imprese che nel frattempo falliscono.
Per il portavoce dello “ Sportello dei diritti “serve che le banche e il governo forniscano credito, in modo da evitare che gli imprenditori disperati siano costretti a rivolgersi agli strozzini..

Giovanni D’AGATA