Dopo l’ultima ondata di rincari, che ha portato la benzina a sfiorare il record di 1,69 euro al Sud, torna ad alzare la voce il segretario generale della Cisl. “Siamo pronti a consegnare ai Presidenti di Camera e Senato più di 600 mila firme raccolte in tutta Italia per la diminuzione del prezzo della benzina e la liberalizzazione del settore”, ha tuonato Bonanni. “Il prezzo dei carburanti ha raggiunto in questi giorni livelli assurdi”, ha aggiunto. “Non è possibile continuare in questo modo, con le compagnie petrolifere che si ostinano indisturbate a fare cartello sui prezzi di benzina e gasolio senza alcuna concorrenza. E’ un salasso insostenibile per i lavoratori e le imprese. L’articolo approvato con la recente manovra sulla distribuzione dei carburanti è stato solo uno specchietto per le allodole. Ben altro bisognerebbe fare per una vera concorrenza nel settore della distribuzione e della vendita della benzina. Il Governo aveva promesso che avrebbe sospeso le tasse sui carburanti quando il barile superava i 70 euro, ma invece ha aumentato le accise, con inevitabili ripercussioni sul livello di inflazione. Ora basta. Per questo noi chiediamo che il Parlamento discuta subito la nostra proposta di riforma del settore, che è l’unico modo per far diminuire i prezzi alla pompa, separando in maniera netta chi distribuisce la benzina dai grandi gruppi petroliferi.” Il riferimento del numero uno di via Po è al ddl “Libera la benzina!” messo a punto dalle associazioni dei gestori Fegica Cisl e Faib Confesercenti, cui ha dato la sua adesione anche il neo-nato Comitato 25 Luglio, un coordinamento contro il caro prezzi dove consumatori, autocarrozzerie, benzinai, autotrasportatori, tassisti e noleggiatori potranno condividere un approccio unitario contro il caro carburante e l’aumento della tassazione.