Marche, gli occhi del Fisco sui finti enti non profit

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L’Agenzia delle Entrate ha scoperto oltre 1,3 milioni di euro di maggiori ricavi non dichiarati
Dalle palestre ai circoli culturali, dalle scuole di tennis alle associazioni scientifiche. Ad ampio raggio l’attività di prevenzione e contrasto all’evasione fiscale portata avanti dall’Agenzia delle Entrate nei confronti degli Enti non commerciali nel territorio marchigiano. Nel primo semestre del 2011, l’Agenzia delle Entrate ha incrementato i controlli nei confronti dei soggetti beneficiari di regimi fiscali di favore, scoprendo maggiori ricavi non dichiarati per oltre 1,3 milioni di euro.
Gli Uffici fiscali, infatti, grazie alla conoscenza del territorio e all’ausilio delle banche dati in loro possesso, hanno svolto approfondite verifiche nei confronti di diversi organismi associativi operanti sia in ambito sportivo, sia nella promozione culturale e della ricerca scientifica. Le associazioni controllate dichiaravano di svolgere attività istituzionali, e quindi senza scopo di lucro, ma in realtà occultavano ricavi o, in alcuni casi, compensi derivanti da attività commerciali o professionali.
Un caso particolare – un centro di formazione ottica che per statuto avrebbe dovuto promuovere lo sviluppo e la conoscenza della scienza optometrica, ma di fatto svolgeva attività commerciale. La struttura, infatti, organizzava corsi di formazione a pagamento e vendeva il relativo materiale didattico ed erogava prestazioni professionali, pubblicizzate sul web, con l’indicazione delle tariffe applicate.
Nel corso di alcune verifiche, inoltre, i funzionari dell’Agenzia delle Entrate hanno appurato perfino l’inesistenza di strutture associative. In alcuni casi, infatti, i “presunti” associati risultavano esclusi dalla vita dell’associazione, non partecipando alle assemblee, alle delibere sui rendiconti e alla gestione amministrativa.
I dati di questo primo semestre – dichiara il Direttore regionale delle Marche, Giovanna Alessio – sono in linea con quelli del 2010 e confermano la necessità di rafforzare l’azione di controllo e di presidio nei confronti del terzo settore, al fine di arginare i crescenti fenomeni di abuso nell’utilizzo di benefici fiscali, riservati dal legislatore agli enti associativi che promuovono meritevoli iniziative nel campo della solidarietà e del volontariato”.