La Cin si aggiudica Tirrenia. Rimasta unica in gara, Compagnia italiana di navigazione – cioè la cordata che riunisce i principali operatori del settore, fondata dagli armatori napoletani Manuel Grimaldi (Grimaldi Group), Vincenzo Onorato (Moby) e Gianluigi Aponte (Grandi Navi Veloci e Snav) – ha deciso di acquistare la compagnia statale per 380 milioni, “salvaguardando continuità territoriale e livelli occupazionali” (i lavoratori sono poco più di 1.600). Positivo il commento di Giovanni Luciano, segretario generale della Fit Cisl, per il quale la firma della Cin con il governo conclude una fase importantisima della vicenda Tirrenia e fa chiarezza sul futuro dell’azienda. “Restano due nodi grossi da sciogliere” avverte, però, Luciano. “Il primo riguarda la vicenda che vede la contrapposizione della regione Sardegna, rispetto alla quale capiamo benissimo le preoccupazioni degli amici sardi circa le sacrosante esigenze di continuità territoriale in relazione all’industria, al turismo ed alla vita sociale dell’Isola”. Il riferimento del segretario generale della Fit, in particolare, riguarda la minaccia della giunta Cappellacci di impugnare la legge sulla privatizzazione, sollevando un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale ed al comunicato dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Sardegna, Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca, che parlano di una Tirrenia “svenduta” agli armatori privati e per i quali si sarebbe invece dovuto “puntare sulla gara internazionale”. Luciano, ricordando che sulla partita dovrà comunque pronunciarsi l’Antitrust europeo, aggiunge che occorrerà metterà in chiaro soprattutto per quanti anni verrà garantita la continuità occupazionale, perché al momento il piano prevede due anni, e noi ribadiamo che due anni sono pochi e che dobbiamo chiarire gli aspetti di mantenimento delle condizioni contrattuali e aziendali che si sono affermate negli anni”. Detto ciò, per Luciano, il passaggio a Cin rappresenta comunque una luce in fondo al tunnel per questa azienda sull’orlo della bancarotta e col destino di 1.600 dipendenti appeso a un filo. Una dichiarazione di soddisfazione che nulla toglie – conclude Luciano – alla consapevolezza che inizia ora la fase più delicata dal punto di vista sindacale, con l’obiettivo di assicurare la continuità contrattuale.
Il contratto di acquisizione del ramo d’azienda di Tirrenia – firmato dal commissario straordinario Giancarlo D’Andrea e dall’amministratore delegato di Cin Ettore Morace – prevede l’acquisto del marchio ‘Tirrenia’, di 18 navi e delle linee attraverso la convenzione che verrà stipulata con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; sono esclusi dall’acquisizione Siremar (società in amministrazione straordinaria per i collegamenti con Sicilia e isole minori), i fast ferries, le proprietà immobiliari e le opere d’arte. Dei 380 milioni era previsto che 200 sarebbero stati pagati alla firma dell’accordo, e i rimanenti 180 da versare in tre tranche da 60 milioni dopo aver incassato i contributi pubblici previsti per Tirrenia, 72 milioni l’anno per otto anni. Il piano di Cin punta a sostituire subito le vecchie navi, a potenziare la rete commerciale, ad adeguare gli standard di bordo ai livelli internazionali e a migliorare i servizi e le condizioni di viaggio dei passeggeri.
Ester Crea
Fonte: www.conquistedellavoro.it