La crisi in Libia che ha portato alla chiusura del gasdotto Green Strem, gli effetti dell’adozione del modello I.T.O. e il risanamento di nove impianti per guasti ambientali non hanno certamente inficiato lo sviluppo di Eni che, secondo l’analizi realizzata dalla Corte dei Conti sulla gestione finanziaria della società, può vantare al suo attivo diversi punti di forza raggiungendo, nel 2010, un utile netto di 6,32 miliardi di euro, con un incremento del 32% rispetto al 2009.
Di seguito il testo della relazione della Corte dei Conti:
Corte dei conti – Sezione controllo Enti – Pres. L. Giampaolino – Rel. R. Squitieri – Determinazione n. 62 del 26 luglio 2011 – Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di ENI S.p.A. per l’esercizio 2010
Nel 2010, Eni SpA ha conseguito risultati rilevanti, con un utile netto di 6,32 miliardi di euro ed un utile netto adjusted di 6,87 miliardi di euro, con un incremento del 32% rispetto al 2009.
La migliore performance è stata ottenuta nel settore Exploration & Production, per effetto anche dell’aumento del prezzo del petrolio e dell’andamento del cambio euro/dollaro.
La produzione di idrocarburi ha raggiunto 1,815 milioni di barili/giorno, con un incremento, su base omogenea, dell’1,1% rispetto al 2009, grazie anche all’avvio dei 12 giacimenti pianificati per il 2010 e l’utile netto adjusted è giunto a 5,6 miliardi di euro (+ 44%, rispetto al 2009); significativi sono stati, in particolare, l’avvio dell’attività di un giacimento in Iraq, nonché i successi esplorativi ottenuti nel 2010, oltre che in Iraq, in Indonesia, in Brasile, in Angola, in Congo, ecc..
Difficoltà si sono invece riscontrate nel settore Gas & Power, nel quale si è avuto un eccesso di offerta sulla domanda, che, unito alla consistente concorrenza, ha determinato una forte diminuzione delle vendite in Italia (- 14% circa), in parte, compensata dal soddisfacente andamento delle vendite nei mercati europei (+ 2,5%). La strategia che la Società perseguirà nel settore sarà quella dell’impostazione di nuove iniziative di marketing e dell’efficientamento di alcuni importanti comparti (capacità di trasporto, approvvigionamento, ecc.).
Migliorata è, invece, nel 2010, la situazione del settore Refining & Marketing (anche esso caratterizzato da eccesso di capacità a fronte di una domanda debole), nel quale Eni è riuscita a dimezzare la perdita operativa. Analogamente è a dirsi per la Polimeri, che ha ridotto la perdita netta adjusted del 75% ed ha impostato, verso la fine del 2010, un progetto di riconversione del sito industriale di Porto Torres, con nuove prospettive di sviluppo nel campo della “chimica verde”.
Crescita di fatturato e maggiore redditività delle commesse hanno caratterizzato la gestione 2010 nel settore Ingegneria & Costruzioni, che ha ottenuto 1.000 milioni di euro di utile netto adjusted (+ 11%, rispetto al 2009).
La relazione sul 2010 dà conto anche delle risultanze di un’analisi che la Corte ha condotto sulla vasta e complessa attività negoziale realizzata da Eni nell’anno, nell’ambito della quale sono stati, tra l’altro, evidenziati, con il valore complessivo dell’attività di procurement non core, le tipologie più rilevanti dei vari atti negoziali; il numero ed il valore dei contratti superiori ai 500.000 euro; le più frequenti procedure di affidamento, nonché l’attività di audit ed il contenzioso relativi al settore.
Le dimensioni dell’azione della Società, che, per la gran parte, è svolta fuori del Paese, hanno comportato l’impostazione, nel tempo, di una struttura organizzativa complessa – che si rivela, comunque, adeguata a supportare l’operatività di Eni – e di un articolato sistema di governance e di Controllo Interno, retto da dettagliate regole e procedure.
Sistema complesso, nell’ambito del quale operano numerosi e diversi organi ed organismi, che, pur se, allo stato, si rivela oggettivamente efficace, potrebbe essere valutato al fine di una eventuale sua organica ed oculata razionalizzazione, che assicuri, sempre e comunque, la salvaguardia e la correttezza dell’attività della Società.
Un risultato molto significativo è stato conseguito dalla Società nel settembre 2010, essendo Eni riuscita ad ottenere dal Dipartimento di Stato Usa una “Special Rule”, sulla base della quale non saranno imposte alla Società sanzioni per investimenti già effettuati in Iran. Ciò consentirà ad Eni di portare a termine contratti stipulati con la compagnia di Stato iraniana nel 2000 e nel 2001 per un valore complessivo di 3,8 miliardi di euro.
Tra i rischi operativi che incontra la Società nello svolgimento della propria azione, rilevanti sono quelli connessi con la tutela dell’ambiente e della sicurezza, in quanto incidenti come quello accaduto nel 2010 nell’offshore del Golfo del Messico al pozzo di Macondo sono suscettivi di far aumentare i costi di gestione in ragione dell’adozione di più rigorose regole nazionali, comunitarie ed internazionali a difesa dell’ambiente, della salute e dei territori interessati.
La Corte si è soffermata anche sui più importanti accadimenti verificatisi nei primi mesi del 2011, tra i quali ha sottolineato:
– la situazione determinatasi in Libia, in seguito alla quale, dal febbraio 2011 è stata disposta la sospensione della fornitura operata attraverso il gasdotto “Green Stream”, nonché di alcune attività di produzione petrolifera e di gas naturale, che hanno fatto sì che la produzione attesa di 280 mila barili/giorno si sia ridotta a 70/75 mila barili/giorno (al luglio 2011, le produzioni si sono ridotte a 50/55 mila barili equivalenti giorno);
– gli effetti sull’attività operativa della Società che conseguiranno, in un prossimo futuro, dal decreto del maggio 2011 di recepimento della direttiva 2009/073CE, che ha previsto l’adozione da parte di Snam Rete Gas, del modello I.T.O. (Indipendent Transmission Operator) – la cosiddetta “separazione funzionale rafforzata” – che rende più stringente l’unbundling già operante nel gruppo Eni;
– le ricadute sul piano operativo, finanziario e patrimoniale che deriveranno dalla definizione di una transazione “globale” in materia ambientale avviata negli anni decorsi, per il risanamento di nove importanti “siti di interesse nazionale” (Riolo, Napoli orientale, Brindisi, Pieve Vergonte, Cengio, Crotone, Mantova, Porto Torres e Gela), per guasti ambientali risalenti nel tempo, non addebitabili ad Eni od a società da questa controllate.
La relazione è disponibile sul sito Internet www.corteconti.it, aprendo dall’home page la cartella: Ultimi documenti pubblicati.