Centrale Br.Nicastro: non previsto alcun coincenerimento di CDR o CSS

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Dall’assessore all’ambiente ed ecologia, Lorenzo Nicastro, riceviamo e pubblichiamo:

“In relazione alla vicenda CDR-Centrale ENEL di Brindisi, leggiamo, su alcuni organi di stampa, notizie non vere.

“Premesso che non è in corso alcuna polemica con alcun gruppo consiliare di maggioranza e di minoranza, al contrario, con tutti i gruppi consiliari è in corso da sempre una proficua interlocuzione su tutti i temi aventi ad oggetto la tutela della matrice ambientale della Regione Puglia e la tutela del diritto alla salute di tutti i pugliesi, appare opportuno precisare ulteriormente quanto di seguito:

“Consultando la documentazione disponibile sul portale istituzionale del Ministero dell’Ambiente http://aia.minambiente.it/DomandeAIADettaglio.aspx?id=106, è possibile verificare che non è prevista in alcun modo la cocombustione di CDR. Come già evidenziato il PIC, parere endoprocedimentale della rilascianda AIA ministeriale, non prevede alcuna autorizzazione in tal senso.

“Il PEAR Puglia è stato adottato con DGR n. 827 del 8 giugno 2007 e ampiamente discusso in Consiglio Regionale nella seduta del 28 novembre 2007 (vedasi in tal senso il resoconto stenografico disponibile all’indirizzo web

http://intranet.consiglio.puglia.it/applicazioni/cedat85/streaming/sedute/steno/seduta61del281107.pdf)

Il PEAR a pag 127 riporta testualmente

“I punti da considerare sono i seguenti:

– Polo di Brindisi: riduzione, in un orizzonte temporale di 10 anni, delle emissioni di CO2 del 25% nelle centrali di Cerano e Brindisi Nord, rispetto ai valori del 2004 o a quelli calcolati nella relazione del Comitato Tecnico, mediante la riduzione dell’uso del carbone e ulteriore riduzione mediante l’utilizzo di almeno il 5% di CDR in combustione mista. In tale direzione va approvato e proseguito il confronto con le Società produttrici a partire dalle proposte avanzate dalle stesse della riduzione del 10% delle emissioni di CO2..

– Polo di Taranto: esclusione di ogni cumulo fra le varie ipotesi di centrale, nell’ottica di riduzione dei fattori inquinanti e delle emissioni di CO2 e sfruttamento massimo dei gas derivanti dal processo industriale.

– Centrale ENEL di Bari: chiusura (al termine di opportuni interventi sulla rete che consentano a questa centrale di essere esclusa dall’elenco delle unità essenziali) o ammodernamento con completa conversione a gas naturale e incremento dell’efficienza energetica.”

 

Pertanto la Giunta ha ritenuto di richiamare nel proprio deliberato – anche per ragioni di completezza di esposizione e per doverosa indicazione degli strumenti normativi e tecnici attualmente in vigore – il Piano Energetico Ambientale della Puglia, in quanto documento di carattere programmatico dalla stessa adottato e dallo stesso Consiglio Regionale ampiamente discusso nella data su indicata e “mai osservato” sul punto in questione.

“Esigenze di corretta e trasparente redazione degli atti di amministrazione attiva impongono che sia le delibere di giunta regionale sia i documenti di pianificazione regionali (PUTT/p, PAI, PRQA, PTTA, PEAR, etc) vengano considerati in uno specifico capitolo dei pareri istruttori resi dalla Commissione IPPC.

“Sin dal 28 aprile 2010 il Governo regionale pugliese è al lavoro per una rimodulazione complessiva del PEAR i cui dati storici di riferimento sono fermi all’anno della sua adozione (2007) e richiedono pertanto di essere attualizzati.  Il nuovo documento programmatico, la cui emanazione non potrà che essere successiva al 20 luglio u.s., data di approvazione dell’odg sul CDR – votato in Consiglio -, terrà ovviamente in debito conto le nuove indicazioni emerse in Consiglio regionale. Allo stato l’unico dato di fatto certo è che il parere istruttorio su cui la Giunta regionale si è espressa favorevolmente non prevede l’attività di coincenerimento di CDR o CSS presso la centrale ENEL di Brindisi, né tantomeno la relativa autorizzazione.

“Sono comunque convinto che il richiamo al vigente PEAR fosse necessario in quanto l’obiettivo di riduzione del 25% delle emissioni di anidride carbonica dalle centrali del polo di Brindisi previsto dal PEAR deve comunque essere salvaguardato e deve restare fermo come elemento prescrittivo, tanto ai fini del rispetto degli obiettivi di Kyoto e nell’ottica della necessità di disporre di una elevata differenziazione di risorse energetiche, ma soprattutto con l’obiettivo di ridurre entro un ragionevole orizzonte temporale gli impatti derivanti dalla presenza delle centrali del polo di Brindisi. Non sfuggirà infatti che alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica consegue naturalmente una riduzione di tutti gli altri inquinanti immessi in atmosfera, ivi compreso il particolato.”

Laura Sutto