Riceviamo e pubblichiamo:
Il periodo ferragostano sta dando motivi di riflessione e di riflessione profonda sulle difficoltà che stiamo attraversando. Il sistema economico dà segni di implosione e non solo nel nostro Paese. Le istituzioni devono tentare di salvare il salvabile, compromesso da una serie di errori, il cui inizio risale non a ieri e nemmeno all’altro ieri.
In questo quadro complesso e accidentato il qualunquismo e l’anti-politica dilagante non aiutano a trovare soluzioni di buon senso. La scelta governativa di cancellare anche la nostra piccola Provincia e quella di togliere rappresentanza democratica ai piccoli comuni montani non mi possono trovare concorde e mi lasciano, oltre che perplesso, l’amaro in bocca.
Abbiamo lottato per anni per un’ autonomia istituzionale di questo territorio e adesso un colpo di spugna ferragostana cancella questa conquista. In un momento cosi delicato, che richiede di fare quadrato, di superare divisioni territoriali tramite un confronto serio ed approfondito – mettendo come punto di arrivo anche le esistenti ragioni “Ossolane ” sulla sanita’ –, le dichiarazioni del nuovo Sindaco di Domodossola e della segretaria provinciale del Partito Democratico appaiono come l’effetto di un colpo di sole. Solo un’eccessiva esposizione solare può spingere a definire la nostra Provincia un ente da smantellare, da cancellare, sventolando la bandiera dell’accorpamento, che se si avverasse vedrebbe il nostro territorio Provinciale – Ossola compresa – ritornare al passato. Un passato non generoso di vantaggi, come invece si vuol far credere.
Affermazione che fanno rivoltare lo stesso Ravasio e il grande Corradini. Sono fedele all’ idea federalista, all’essere “padroni a casa nostra”, facendo proprio il pensiero di Carlo Cattaneo che affermava: “Ma se ogni popolo può avere molti interessi da trattare in comune con altri popoli, vi sono interessi che può trattare egli solo, perché egli solo sente e intende. E v’è inoltre in ogni popolo anche la coscienza del suo essere, anche la superbia del suo nome, anche la gelosia dell’avita sua terra”.
Non posso condividere le scelte assunte con la manovra di Ferragosto, anche se formulate dai miei vertici di partito. I costi del debito pubblico e dello spreco non sono annidati nelle realtà montane. Personalmente non voglio rimanere “schiavo di un sistema romano” che da sempre osteggio, ma neppure seguire le sirene di un opportunismo che sostiene lo smantellamento della nostra conquistata Provincia e la soppressione dei piccoli comuni montani. Resto favorevole a una revisione dell’impianto generale degli enti locali e a una maggiore qualificazione dei servizi che possono benissimo essere gestiti in condivisione.
Rimango in ogni caso convinto della bontà della rappresentanza democratica che deve essere salvaguardata. Sono certo che anche la popolazione ossolana, come quella del ‘lago’, non concorda con questa deleteria ipotesi, al di la’ di quello che urlano gli ‘uccellatori di corte’.
Credo fermamente nel nostro territorio, nel nostro piccolo ma potenziale territorio, che non deve farsi sopraffare dagli eventi ma deve necessariamente ritrovare quell’orgoglio che gli e’ proprio: da Formazza a Belgirate!
Niente di tutto questo deve essere letto in favore della sopravvivenza della ‘casta’ locale: gli uomini passano, l’essere proprio di un territorio resta. Su questo punto inderogabile dobbiamo innestare la nostra battaglia, lavorando e adoperandoci in difesa delle ragioni di un territorio montano com’è il nostro. In questa partita c’è bisogno di tutti, anche dei ‘Novaresi’ ossolani, che invito a meditare su quali davvero saranno le conseguenze di una riannessione. Il Verbano Cusio Ossola deve continuare a sventolare orgogliosamente il proprio vessillo per non autocondannarsi alla perenne marginalità.
Germano Bendotti
Assessore alla Montagna Provincia Verbano Cusio Ossola