Sicurezza: in forte aumento il numero dei reati

0
441

Secondo l’Osservatorio nazionale del crimine, il numero di furti sta vivendo un forte aumento in Italia. Tra agosto 2010 e luglio 2011 sono stati segnalati furti con scasso in percentuale maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un incremento del 7%. E che includono residenze principali che risultano sempre più a rischio in più derubate durante quel periodo.

Trend in aumento anche il fenomeno della violenza giovanile che  è diventato argomento di estrema importanza. Sono, infatti, aumentati i comportamenti aggressivi tra i minori : il bullismo a scuola , i furti o i ricatti ai coetanei per impadronirsi di status symbol (il telefono cellulare,il giubbotto di marca,il motorino).

Anche per i ragazzi punibili penalmente, quelli cioè che hanno un’età compresa tra i 14 e i 18 anni, il numero dei denunciati è in aumento. Oltre al sensibile aumento delle denunce, si assiste anche a un cambiamento della “qualità” della criminalità minorile, nel senso di una crescente gravità dei reati loro attribuiti. Infatti, nell’arco temporale considerato, l’aumento più consistente riguarda i cosiddetti delitti contro la persona e la famiglia, rispettivamente del 74,25% e dell’82,82%. I reati contro il patrimonio segnano un minore anche se consistente aumento percentuale: “solo” del 46,57%.

I risultati del contrasto alla criminalità organizzata nell’ultimo anno hanno fatto registrare, «l’arresto di più di 9000 mafiosi, con un aumento del 31%, la cattura di 32 latitanti di massima pericolosità, con un incremento del 78% e sono stati tratti in arresto 470 latitanti totali, con un aumento del 19%. Le operazioni di polizia giudiziaria, infine, sono arrivate a 818 complessivamente».

Nell’aggressione ai patrimoni si è sviluppata un’azione molto intensa che ha portato risultati significativi, «sono stati sequestrati 42.832 beni, di cui 2.486 aziende per un controvalore di circa 19mila miliardi di euro, che rappresenta un incremento di più di tre volte rispetto ai risultati dello stesso periodo precedente». Le confische sono anch’esse rilevanti «con 7.747 beni per un controvalore di più 4miliardi e 209 miloni di euro, che rappresenta quasi sei volte il risultato rispetto al triennio precedente. La distribuzione geografica vede le prime sei regioni che hanno la quasi totalità dei beni. Sono principalmente del sud: la Sicilia, seguita dalla Campania, il Lazio, la Calabria, la Puglia e, buon sesto posto per la Lombardia, che è tra le prime come presenza di beni sequestrati e confiscati alla criminalità. Queste sei regioni fanno registrare 22.5 miliardi di euro pari al 97% del valore complessivo».

Sul fronte della sicurezza stradale sono diminuiti – nel 2010 rispetto al 2009 – sia gli incidenti che il numero delle persone decedute e ferite, grazie all’attività di prevenzione ed ai sistemi di tutoraggio sulle autostrade. Il ministro Maroni ed il titolare della Giustizia hanno annunciato, a tale proposito, l’intenzione di proporre l’introduzione nel nostro ordinamento penale del reato specifico di ‘omicidio stradale’. Questo nuovo reato va distinto dall’ ‘omicidio colposo’, e consentirebbe di sanzionare severamente coloro che si rendono colpevoli di omicidi mettendosi al volante ubriachi o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Risultati confortanti sono stati raggiunti anche nell’ambito dell’ordine pubblico, ovvero le manifestazioni di piazza di ogni tipo e nella sicurezza negli stadi. Quest’ultima soprattutto grazie all’introduzione della Tessera del tifoso.

Infine l’immigrazione, tema di grande attualità: fino al 31 luglio sono sbarcati in Italia 24.769 migranti provenienti dalla Tunisia e 23.267 dalla Libia con oltre 13mila rimpatri  fino al 31 luglio.

Tra questo altanelante numero di dati un elemento che indubbiamente suscita preoccupazione è l’aumento del 67,40% dei minori di anni 14 denunciati. Tale aumento ha avuto il suo picco più evidente nel 1990, attestandosi poi negli anni successivi.

Sembra in sostanza che si sia verificata una sorta si preconizzazione dell’ingresso nel circuito penale da parte di minorenni. Tale dato desta un certo allarme, in primo luogo, in quanto sono ragazzi, anzi bambini, in certi casi, che hanno meno di 14 anni; in secondo luogo, perché si tratta di quella fascia di età che nella nostra legislazione non è perseguibile penalmente ma può incorrere nelle cosiddette misure di sicurezza (il riformatorio giudiziario e la libertà vigilata).

Giovanni D’Agata Dipartimento Tematico Nazionale

“Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori