Incontro a Calalzo di Cadore tra i Presidenti delle Province di Belluno, Sondrio e Verbano Cusio Ossola per concordare un documento che richiami Governo, Parlamento e Regioni alla necessità di tenere in considerazione peculiarità e specifiche esigenze dei territori di montagna nelle revisione costituzionale degli Enti Locali
“In questo documento congiunto – fa sapere il Presidente Nobili – ribadiamo le caratteristiche comuni a questi nostri tre territorio alpini, marginali e di confine ed esprimiamo perplessità per la decisione di abolire le Province, perché non è così che si va ad incidere sui risparmi della pubblica amministrazione. A questo proposito chiediamo di poterci raccordare sul tema della riforma costituzionale delle autonomie locali con il Ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto, i presidenti delle Regioni Piemonte, Veneto e Lombardia, i deputati e i senatori delle tre Province e l’Associazione Parlamentare Amici della Montagna. In un quadro di riforma istituzionale potranno anche venire a mancare le Province ma non potrà venire meno l’identità dei territori. Questo ci motiva ad impegnarci in un percorso con il quale – nella chiarezza di competenze, funzioni e risorse – si ridefiniscano enti intermedi in grado di assicurare la presenza di servizi sui territori e rispondere alle loro specifiche esigenze”.
“Siamo venuti a Calalzo – ha detto il Presidente della Provincia di Belluno Gianpaolo Bottacin – che ha assunto un significato particolare come teatro di discussioni politiche sul tema del futuro degli enti locali. Oggi abbiamo voluto fare una sintesi di quanto emerso dalle recenti manovre governative, che prevedono una non poco impattante modifica all’assetto degli enti locali. Le Province hanno un ruolo che viene riconosciuto come debole: questo principio può valere nelle aree metropolitane, ma non certo in montagna”.
“E’ bene ricordare – ha rimarcato il Presidente della Provincia di Sondrio Massimo Sertori – che rappresentiamo la popolazione che ci ha democraticamente eletti a governare un territorio, non siamo enti secondari i cui membri vengono nominati. Siamo la voce di realtà che, senza enti rappresentativi quali le Province, non verrebbero più ascoltate. Non potrei accettare per la mia terra delle scelte che provengono dall’alto o da chi è distante: non dimentichiamo, poi, il valore identitario delle Province, che non può in alcun modo andare perduto”.