Il 5 settembre scorso– presso la sede di Via San Quirino – l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pordenone Vincenzo Romor ha convocato e presieduto un tavolo di coordinamento sul tema delle storiche e delle nuove povertà.
Presente al tavolo un nutrito e combattivo gruppo di rappresentanti delle maggiori realtà – religiose e laiche – già operanti sul territorio. Dalla Caritas diocesana alla piccola associazione “Giulia” (che si trova a dover far fronte al disagio psichico più estremo di una quindicina di “schizofrenici affettivi”); dalla Chiesa Evangelica Battista, rappresentata dal pastore Miglio, la quale segue circa 400 famiglie in sofferenza economica distribuendo loro “borse spesa” e lavora a tutta una serie di iniziative in soccorso dei poveri tra le quali spicca il progetto “Fresco in scadenza” (prodotti vicini alla scadenza consegnati da un gruppo di supermercati) a “I Ragazzi della Panchina” (che offrono cibo e servizi di assistenza di primo soccorso ad una ventina di persone che vivono perlopiù in strada); dalla società “San Vincenzo De Paoli” (che porta assistenza di vario genere ad un vasto numero di persone in difficoltà offrendo il proprio aiuto, che va
dall’acquisto della spesa al pagamento delle bollette fino all’adozione di un “guardaroba di emergenza” in ospedale per persone anziane che non hanno adeguati ricambi) alla parrocchia di Vallenoncello (che ha assunto come modello di riferimento il criterio della territorialità che, lontano dall’essere discriminatorio, permette di seguire con la massima attenzione pratica possibile le persone bisognose di aiuto e propone anche un piccolo ma prezioso servizio di assistenza in ospedale agli anziani soli ) a quella di San Francesco che si occupa di agire a tutto tondo con aiuti di carattere alimentare, con contributi al pagamento delle bollette e degli affitti e con interventi di carattere emergenziale.
Dall’incontro, fortemente voluto dall’ assessore Vincenzo Romor, sono emersi aspetti di particolare interesse quali il sempre più forte incremento dei neopoveri di nazionalità italiana e l’esigenza di “fare rete” attraverso un impegno comune che investa i Servizi sociali e le associazioni operanti sul territorio al fine per l’appunto di non disperdere – ma di ottimizzare – le risorse esistenti.
Ascoltate pertanto le diverse voci e proposte in merito, si è convenuto – da parte dell’assessore – sulla stretta necessità di monitorare con ancora più attenzione le aree di maggior disagio con un occhio di particolare riguardo alle nuove realtà emergenti (le cosiddette “nuove povertà”) che la perdurante crisi economica e sociale sta calamitando a sé.
Ferma intenzione dell’assessore Romor è perciò quella di creare una struttura, una rete che sia in grado di “coprire tutte le sacche di povertà non ancora esplorate” nel territorio.