Manovra: trasporto ferroviario regionale a rischio estinzione

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Legambiente: “Cancellato il 75% delle risorse per i pendolari. Subito un decreto per 3 centesimi di accisa a sostegno della mobilità sostenibile, da recuperare a spese di petrolieri e distributori”.
Il trasporto pubblico locale e i treni per i pendolari in particolare, saranno pesantemente danneggiati dalla Manovra. I tagli nei trasferimenti alle Regioni e agli Enti locali che nel 2012 saranno pari a 4,2 miliardi (e continueranno nel 2013), infatti, influiranno decisamente su alcuni settori chiave, tra cui trasporti, difesa del suolo e edilizia, politiche di sviluppo (energia, formazione ecc.), sommandosi anche ai tagli già decisi lo scorso anno.
Nel complesso, con le manovre degli ultimi due anni, al servizio ferroviario regionale è stato tagliato il 75% delle risorse. Con la manovra dello scorso anno (Legge 122/2010), gli stanziamenti erano già stati diminuiti per gli anni 2011 e 2012 fino ad ottenere un finanziamento di 977 milioni di euro, di cui 425 milioni ottenuti solo dopo le proteste dei governatori ma in realtà mai trasferiti alle Regioni.

“La situazione, evidentemente drammatica, è destinata a peggiorare ancora di più nei prossimi anni – ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Con queste risorse, pari a solo il 25% di quelle disponibili nel 2010, è infatti impossibile garantire i servizi ferroviari pendolari già oggi fortemente inadeguati. Tutti i contratti di servizio firmati nelle Regioni con Trenitalia e gli altri concessionari dovranno essere rivisti e occorrerà prevedere un drastico taglio dei collegamenti ferroviari, cancellando larga parte dei collegamenti ferroviari nelle città. Una prospettiva drammatica per gli oltre 2,7 milioni di italiani che ogni mattina usano il treno per spostarsi per motivi di lavoro e di studio”.

Già negli scorsi mesi, inoltre, in molte Regioni sono stati effettuati tagli nei collegamenti ed è aumentato il costo di biglietti e abbonamenti, proprio per far fronte alla riduzione delle risorse avvenuta con la manovra del 2010, con ulteriore sacrificio da parte dei cittadini pendolari.

“Serve dunque un intervento immediato – ha continuato Cogliati Dezza -, un Decreto Legge che introduca un’accisa di 3 centesimi per litro di benzina e gasolio al fine di coprire i tagli e soprattutto di dare certezze per il futuro, perché permetterebbe di generare un’entrata annua di circa 1,3 miliardi di euro. In una situazione come quella che stanno vivendo le casse pubbliche solo una soluzione di questo tipo, come le Regioni oltretutto chiedono da tempo, può infatti garantire certezze nelle disponibilità finanziarie per il trasporto ferroviario locale in modo da realizzare un miglioramento del servizio e gli investimenti necessari”.

Si tratta di un intervento indispensabile, il cui peso in termini di rincari per gli automobilisti può essere facilmente recuperato attraverso un’azione seria e incisiva da parte del Governo nei confronti dei petrolieri e distributori di benzina. Come denunciato dalle associazioni dei consumatori anche questa estate, infatti, attraverso accordi di cartello, i prezzi vengono spesso mantenuti alti anche quando scende il prezzo del petrolio, incidendo così in modo molto più rilevante sul costo dei carburanti.

“Le Regioni devono far sentire la propria voce – ha concluso il presidente di Legambiente -. Questa volta servono azioni di protesta realmente incisive, per arrivare a convincere Governo e Parlamento a dare una risposta immediata a questa drammatica situazione che incide pesantemente sulla qualità della vita di tanti cittadini. Legambiente darà il suo contributo per far sentire forte la voce dei pendolari di tutta Italia, perché meno treni significherà più auto in circolazione, prezzi più alti negli spostamenti (che saranno a carico di studenti e lavoratori), città più congestionate e inquinate, maggiori disagi per i pendolari che già ora viaggiano su treni spesso vecchi e superaffollati”.