Per la manovra via libera definitivo

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FOTO DI REPERTORIO

Via libera alla manovra, in un clima di tensione e proteste. Ieri, dopo un voto di fiducia che aveva ottenuto 316 sì e 302 no, la Camera ha approvato definitivamente il provvedimento anti-crisi del Governo (314 sì e 300 no) messo a punto a Ferragosto e successivamente rivisto e corretto. Un’pprovazione giunta mentre fuori dilagava la protesta di gruppi di manifestanti che, dopo aver contestato l’ex ministro Ronchi hanno dato vita a duri tafferugli con la polizia in piazza Montecitorio e negli immediati dintorni. Oltre mezz’ora di lanci di petardi e bombe carta, con la polizia che ha disperso con i lacrimogeni e una serie di cariche un presidio dei Cobas.
Sono in molti, comunque, a giudicare insufficiente le misure adottate. E già oggi Tremonti aprirà in quest’ottica un giro di consultazioni con le parti sociali per vedere dove intervenire per far decollare la crescita. Parallelamente, continuano a circolare ipotesi su un possibile nuovo giro di interventi. Liberalizzazioni e privatizzazioni sullo sfondo, mentre per fare cassa in fretta si torna a parlare di patrimoniale (da definire ambiti e tetti di applicazioni), e forse interventi Irpef per i redditi più alti, oltre a una possibile riapertura di condoni sia edilizi che fiscali. La questione più spinosa resta però quella previdenziale. Nelle fila del Pdl si rafforza il partito degli interventisti ma la Lega per ora è decisa a non arretrare di un millimetro. “Non possiamo far pagare la crisi alle vecchiette”, continua a ripetere Umberto Bossi. In attesa di sviluppi il Governo ha portato a casa il tassello di risanamento apprezzato dalla Ue ma criticato dalle parti sociali italiane. Ma il vero problema resta quello della credibilità e della fiducia. L’attacco di Confindustria si somma a quello dei sindacati e soprattutto degli enti locali, che oggi saranno in piazza per protestare, con i sindaci pronti a restituire le deleghe su una serie di servizi pubblici.