Ocse, amministrazioni fiscali e banche verso una compilance basata sulla trasparenza

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Rappresentanti delle amministrazioni fiscali, del settore bancario e dell’OCSE si sono riuniti a Roma il 10 e 11 ottobre in occasione della conferenza “Developing the enhanced relationship in the banking sector”, per un confronto sul possibile sviluppo di un dialogo avanzato tra amministrazioni fiscali e settore bancario.
Nel corso degli interventi, i vari partecipanti hanno concordato sulla necessità di rafforzare la cooperazione tra amministrazioni finanziarie e settore bancario, sulla base di importanti esperienze già adottate da alcuni Stati OCSE.
Il seminario ha, inoltre, affrontato e analizzato il ruolo delle banche nell’odierno contesto economico, l’impatto sui profili fiscali di recenti cambiamenti nelle normative di vigilanza e la concreta esperienza dei vari soggetti interessati da programmi di “enhanced relationship”. Il seminario ha, poi, affrontato questioni tecniche, aventi diretto impatto sulla fiscalità delle banche, quali quelle relative alle perdite fiscali e l’attribuzione degli utili alle stabili organizzazioni di banche estere.L’Agenzia delle Entrate italiana, l’ABI e l’AIBE hanno convenuto sulla necessità di realizzare un codice di condotta per le banche italiane analogo al modello recentemente approvato dal Forum on Tax Administration OCSE.
Il seminario è stato aperto dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, il quale ha sottolineato l’importanza che “l’azione del Fisco si muova con grande equilibrio per incidere con tolleranza zero nei confronti dei fenomeni cosiddetti di pianificazione fiscale aggressiva, ma con grande senso di responsabilità in relazione a quei fenomeni che tali non sono, cercando di dare sempre maggiore certezza ai contribuenti”.
Nel segnalare l’importanza di condividere idee ed esperienze, Jeffrey Owens, direttore del Centre for Tax Policy and Administration dell’Ocse, ha dichiarato che “I programmi di compliance cooperativa hanno ricadute positive sia sui governi, sia sui contribuenti, poiché riducono il numero dei controlli, a favore di un incremento di trasparenza, con un positivo impatto sulla cultura della compliance e, naturalmente, sul gettito: in sintesi, una situazione in cui tutti hanno da guadagnare”.
Dal punto di vista dell’ABI e dell’AIBE, nel loro ruolo di associazioni di categoria, il Presidente Rosa ha sottolineato l’importanza della costruzione di un rapporto diverso che veda le banche come “parti di un rapporto costruttivo e non come controparti dell’amministrazione finanziaria”.Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Associazione Bancaria Italiana, ha enfatizzato l’importanza di introdurre un Codice di Condotta in Italia e sottolineato l’intenzione dell’ABI di lavorare congiuntamente con l’Agenzia delle Entrate per questo scopo. Il Codice consentirà di pervenire a un equilibrio tra l’obiettivo di ridurre gli spazi per la pianificazione fiscale aggressiva e la necessità di ottenere certezza e stabilità nell’interpretazione delle norme fiscali.Il Seminario è stato organizzato dall’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’Associazione Bancaria Italiana, l’Associazione Italiana Banche Estere e il Centre for Tax Policy and Administration dell’OCSE.

Il contesto di riferimento

La condivisione di informazioni tra le amministrazioni fiscali e le imprese è di fondamentale importanza. Un certo numero di rapporti recentemente pubblicati dall’OCSE contengono raccomandazioni, sia per l’amministrazione fiscale sia per le banche, finalizzate a costruire una relazione più stretta e cooperativa. Queste raccomandazioni suggeriscono che le amministrazioni fiscali, il settore bancario e il legislatore devono lavorare in modo costruttivo al fine di acquisire una comprensione condivisa del contesto commerciale e dei collegamenti tra i sistemi fiscali e segnalazioni di vigilanza.
Sulla scia dello “Study into the Role of Tax Intermediaries” del 2008 dell’OCSE, il rapporto del 2009, “Building Transparent Tax Compliance by Banks” esamina la natura del sistema bancario, le complesse operazioni di finanziamento strutturato sviluppate dalle banche e le modalità con le quali tali operazioni sono utilizzate dalle stesse banche e dai loro clienti. Il Rapporto analizza anche i processi di governance interna che le banche utilizzano per gestire il rischio fiscale, la prevenzione, l’individuazione e le strategie di risposta attuate dalle diverse amministrazioni fiscali nel rispondere alle sfide che le banche pongono. Il report contiene una serie di raccomandazioni per le amministrazioni fiscali e individua le migliori pratiche per le banche.
Tra le altre cose, il Rapporto raccomanda alle amministrazioni fiscali di migliorare le capacità del personale e la loro comprensione dei mercati finanziari e bancari, di provvedere a fornire certezza alle banche, di migliorare la valutazione dei rischi e di attuare una compliance fiscale trasparente. Il Rapporto ha anche individuato una serie di raccomandazioni per le banche, come il fatto che le decisioni del dipartimento fiscale delle banche in merito a una operazione non dovrebbero essere ignorate, ma necessitano di essere considerate a livello di CEO, di un maggiore grado di trasparenza, considerando i benefici che una relazione rafforzata con le amministrazioni finanziarie può apportare se i rischi fiscali sono considerati nel processo di governance.
L’OCSE ha pubblicato altri due ulteriori rapporti sul settore bancario nel 2010: “Framework for a Voluntary Code of Conduct for Revenue Bodies and Banks”,che illustra le motivazioni che sono alla base dell’adozione di un codice di condotta volontario, e il Rapporto “Addressing Tax Risks Involving Bank Losses”che offre una panoramica del trattamento tributario delle perdite fiscali delle banche, descrive i rischi fiscali che sorgono in relazione a queste perdite e delinea il modo in cui possono essere ridotti.