Berlusconi: “Per il decreto sviluppo non ci sono i soldi”

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Si è aperta un’altra settimana di fuoco per il governo. Il premier Berlusconi ieri ha “presidiato” la Camera per evitare altri incidenti di percorso per la sua maggioranza. Sul tavolo però ci sono due grandi questioni da risolvere: innanzitutto il nuovo governatore della Banca D’Italia (domenica c’e’ il consiglio Ue e l’obiettivo e’ andare a Bruxelles con l’accordo gia’ concluso) e poi il decreto sviluppo ancora tutto da definire: ”Non c’e’ fretta” spiega il Cavaliere che non nasconde le difficolta’: ”I soldi non ci sono – spiega – dovremmo inventarci qualcosa”. La questione appare complicata anche per la scelta del sostituto di Mario Draghi: ”I tempo saranno brevi, ma ci sono
ancora dei problemi”, sottolinea il Capo del governo che conferma la presenza di Lorenzo Bini Smaghi nell’ampia rosa dei possibili candidati. Una rosa di nomi che si dovra’ scremare nelle prossime ore e che comprenderebbe, oltre all’attuale membro del board della Bce ( copnsiderato nella maggioranza niente piu’ di un candidato di bandiera), anche i nomi di Domenico Siniscalco, Ignazio Marino, Vittorio Grilli (caldeggiato dal duo Tremonti-Bossi), Lamberto Dini e FabrizioSaccomanni (il candidato interno di Bankitalia), Ignazio Visco. L’obiettivo del premier e’ quello di chiudere la partita prima di recarsi al Consiglio Europeo, in programma domenica. Tant’e’ che nel vertice serale per discutere del dl sviluppo ci potrebbe essere anche un capitolo dedicato al dossier via Nazionale, con la possibilita’ di chiudere, almeno in via ancora ufficiosa, sul nome da proporre. In pole resterebbe, al momento, Fabrizio Saccomanni (gradito anche al presidente dellaRepubblica). E potrebbe essere quest’ultimo a spuntarla se nelle prossime ore non emergera’ un nome su cui tutte le istituzioni interessate potranno concordare. Grandi spazi di manovra non
sembrano esserci. Difficile a questo punto trovare un nome che metta tutti d’accordo e questa situazione di stallo favorirebbe inevitabilmente il candidato interno. ”Il braccio di ferro e’ ormai perenne ecco perche’ non riusciamo ad andare avanti nemmeno sul provvedimento per lo sviluppo”, dice un ministro del Pdl che imputa al ‘guerra’ tra il Cavaliere ed il titolare di via XX Settembre l’impasse sul decreto. Questa settimana il provvedimento non sara’ approvato
dal Cdm, anche se il capo del governo ha riunito ieri sera intorno al tavolo i componenti della famosa cabina di regia presieduta da Paolo Romani, ministro per lo Sviluppo Economico, per cercare di fissare alcuni dettagli del provvedimento. Il problema restano i veti incrociati sulle misure con cui fare cassa: se Berlusconi si dice contrario alla patrimoniale, dal Tesoro e dalla Lega Nord arriva il ‘niet’ su ipotesi di condono senza prima la riforma fiscale. L’altra ipotesi, la riforma delle pensioni, vede Bossi contrario. Una situazione complicata riassunta dal sottosegretario alla
presidenza del Consiglio Gianni Letta con una serie di aggettivi negativi ”Sono giorni cosi’ tempestosi, amari, difficili, e avvelenati”.