Milk-fashion: l’ultima moda delle star è vestirsi di latte

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I residui della produzione del latte, che non possono essere utilizzati per la produzione alimentare, forniscono la materia prima per una bio-fibra con caratteristiche speciali.

Secondo Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, questa scoperta potrebbe cambiare il futuro. A inventarla Anke Domaske, designer tedesca di 28 anni, che con Mademoiselle Chi Chi ha dato vita a QMilch, la prima linea di abbigliamento fatta …di latte. Il tessuto, realizzato quasi interamente di caseina, è la prima fibra prodotta dall’uomo senza aggiunta di componenti chimici. L’idea, senz’altro rivoluzionaria della stilista, si concretizza in una produzione eco(tecno)-sostenibile: la stoffa, infatti è ricavata dal latte scaduto.

Nel giro di un anno – spiega la Domaske, che all’università ha studiato microbiologia, – abbiamo messo a punto una fibra 100% naturale ad alta concentrazione di caseina e altri componenti, anche questi naturali”.

La caseina usata per tessere QMilch viene estratta dal latte in polvere ed è poi riscaldata insieme agli altri ingredienti in una macchina che assomiglia a un tritacarne. La fibra ottenuta si presenta in forma filamentosa viene poi lavorata da un filatoio meccanico.

Sono sufficienti 6 litri di latte – racconta la Domaske – per ottenere la stoffa di un intero abito” con l’aggiunta di solo due litri di acqua per la produzione di un chilogrammo di fibre latteo organiche. Non sono necessari additivi chimici. In aggiunta, è una panacea per le persone che sono allergiche a certe fibre e prodotti chimici.

I primi indumenti confezionati con il latte saranno sul mercato nel prossimo anno.