Il Fisco deve provare l’esistenza di redditi non dichiarati

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È compito dell’Amministrazione finanziaria provare l’esistenza di maggiori redditi non dichiarati dal contribuente.
Tale principio emerge da una recentissima sentenza della Suprema Corte (sentenza della Corte di Cassazione n.19540 del 23/09/2011), la quale chiarisce che spetta al fisco dimostrare l’esistenza di fatti costitutivi della maggior pretesa tributaria azionata.
Tale onere, ovviamente, presuppone che gli agenti accertatori (ossia gli agenti della Guardia di Finanza e/o i dipendenti dell’Agenzia dell’Entrate) forniscano la prova di elementi e circostanze che, a loro avviso, possano far emergere redditi nascosti al fisco.
Diversa situazione – chiarisce invece la Suprema Corte – nel caso in cui i verificatori dovessero contestare l’inerenza dei costi (intesa come correlazione delle spese portate in deduzione dal contribuente) oppure la loro esistenza (ossia l’indicazione in dichiarazione di spese mai sostenute).
In questo caso, dunque, sarà onere del contribuente dimostrare sia l’esistenza dei fatti che danno luogo a oneri o costi deducibili sia l’inerenza degli stessi all’attività professionale o d’impresa.
Alla luce di tali dettami, si può agevolmente comprendere come il comportamento del contribuente durante il processo tributario sia fortemente condizionato dalla tipologia dell’accertamento fiscale.

Avv. Matteo Sances
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