Giochi d’azzardo, Contribuenti.it: 33% delle giocate sono di minorenni

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“L’Italia ha il primato, in Europa, per la maggior cifra giocata al tavoli da gioco, una media quasi 2.205 euro a persona, che vengono sottratti all’economia reale, minorenni inclusi, il cui numero è passato in tre anni da 860 mila unità a 3,3 milioni. L’Erario si preoccupa più di fare cassa che di sensibilizzare sulle tematiche di dipendenza da gioco.” Lo afferma Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani alla presentazione dello studio “L’annientamento dell’individuo attraverso il gioco d’azzardo legalizzato”, avvenuta stamane ad Aosta, che sarà prossimamente pubblicato su “Contribuenti.it Magazine”.
Nei primi nove mesi del 2011 si è registrato un aumento delle perdite legate alla dipendenza da giochi e scommesse del 20,4%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono stati lasciati sul tavolo da gioco circa 962 MLN in più, con un tendenziale annuo che potrebbe arrivare al 29,2%.
I giocatori più incalliti sono quelli residenti in Molise con il 57%, segue la Campania con il 51% e dalla Sicilia 50,7%. In ultimo posto troviamo quelli del Trentino Alto Adige con il 31,9%.
In Italia, il solo gioco legalizzato coinvolge circa 31,7 MLN di persone, di cui 7,9 MLN con frequenza settimanale, e sviluppa un fatturato di circa 72 MLD di euro. Anche il coinvolgimento dei minorenni è aumentato del 8,1%, passando, in tre anni, da 860 mila unità a 3,3 milioni, raggiungendo il 33% di tutte le giocate.
Secondo l’indagine di Contribuenti.it, nel nostro Paese, il consumo e l’abuso di alcol e droghe viene visto come un problema sociale per la collettività e di salute per il singolo, mentre la dipendenza da gioco non viene riconosciuta dallo Stato, e chissà perché, come una malattia sebbene a livello psichiatrico, invece, venga catalogata come una vera e propria patologia. E così, tra il Superenalotto che presenta un montepremi per il “6″ fuori da ogni logica razionale, ed il poker on line legalizzato, non mancano le tentazioni di chi, affetto in maniera latente dal vizio del gioco, rischia di entrare nel tunnel della dipendenza. Ai tempi della crisi, tra l’altro, il fatturato dei giochi di Stato, anziché scendere, aumenta, a conferma di come gli italiani, sempre più disperati, sono alla ricerca di un full d’assi o di una sestina vincente per ottenere ciò che non gli è permesso nella vita reale.
L’Associazione Contribuenti Italiani chiede misure restrittive nei confronti del gioco legalizzato, identificando tutti i giocatori per evitare il riciclaggio del denaro sporco e l’accesso ai minorenni, il divieto al gioco d’azzardo in tutti i luoghi pubblici, sulla scia del divieto delle sigarette e l’aumento della tassazione sulle vincite al fine di renderle meno appetibili, introducendo un’imposta unica sostitutiva su tutti i giochi legalizzati (IUG) pari al 50% della vincita.
“Lo scopo delle istituzioni è quello di educare i cittadini, proteggere la loro salute, mentale e fisica – afferma Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani – non di certo quello di indurli a giocare al poker o ad indebitarsi con persone senza scrupoli. Senza contare che sono non pochi i giocatori fanno uso di sostanze stupefacenti o si prostituiscono per racimolare i soldi. Per un reale rilancio dell’economia e per accompagnare il paese dall’uscita della crisi economica – conclude Carlomagno – i risparmi degli italiani dovrebbero entrare in circolazione nel mercato attraverso canali legali e produttivi e non lasciare che le perdite al gioco diventino prima fonte di entrate nelle casse statali.”