L’Europa cerca di riportare ordine nel caos Italia: gli ispettori Ue-Bce, a sorpresa, anticipano la partenza per Roma per mettere all’angolo da oggi stesso le autorità italiane, e Bruxelles dà tempo al governo fino a venerdì per rispondere al questionario dettagliatissimo sulle misure, che chiede anche ”sforzi aggiuntivi” considerando ormai irraggiungibile il pareggio di bilancio nel 2013. E le risposte dovranno arrivare anche dal nuovo governo, perché quello che ora importa alla Ue è che l’Italia ”esca dall’impasse politica” e ridia fiducia ai mercati. ”Le risposte sulle misure da attuare in Italia ci devono arrivare il prima possibile, con questo governo o con un altro”, ha detto ieri nel primo pomeriggio il commissario agli Affari economici Olli Rehn al termine dell’Ecofin, dove il ministro Giulio Tremonti era un assente giustificato, visto che i suoi colleghi seguivano attentamente gli sviluppi della situazione politica a Roma. Auspicando, come Rehn, che l’impasse politica sia superata in fretta e l’Italia la smetta di essere ”un bersaglio mobile”, dove gli sviluppi sono imprevedibili. Perché il ”fattore tempo”, ha spiegato il commissario, è indispensabile per un Paese che è sotto la forte pressione dei mercati, dove ”gli spread preoccupano molto” e occorre ristabilire la fiducia per non mettere a rischio ulteriormente le prospettive di crescita, già comunque minate secondo Bruxelles: ”Per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Italia in materia di finanza pubblica per il 2012 e il 2013 ”saranno necessarie misure aggiuntive”, si legge nel ‘questionario’ inviato da Bruxelles a Roma venerdì scorso. Composto da 39 domande dettagliatissime, dalla riforma del lavoro a quella della giustizia, da quella della scuola all’utilizzo dei fondi strutturali, Bruxelles vuole sapere tutto degli impegni presentati da Berlusconi il 26 ottobre, e vuole averne esatto conto per venerdì. Interrogativi talmente precisi che difficilmente troveranno risposta in un momento delicato come questo. Bruxelles, consapevole della difficoltà, ha quindi già pronte le mosse successive per non lasciare all’Italia alcun margine per divagare. La missione Ue-Bce ”sarà solo il primo passo” della sorveglianza sull’Italia, ha avvertito Rehn, non lasciando più spazio di contrattazione al governo di Roma. Le tappe successive del controllo europeo prevedono ”un monitoraggio regolare” per seguire le riforme passo dopo passo. Una ”vera anomalia”, secondo fonti comunitarie, perché all’Italia, che non è sotto programma di assistenza, viene però riservato lo stesso trattamento di Grecia, Irlanda e Portogallo, ovvero una sorveglianza strettissima. Ma per Rehn non c’è nessuna anomalia, solo una novità: ”L’Europa sta testando sull’Italia i poteri della nuova governance economica rafforzata”, che costringe i Paesi a fare fino in fondo la loro parte sul risanamento dei conti. La missione Ue-Bce, a cui sarà affiancata quella del Fondo monetario internazionale tra breve, come ha confermato il direttore del Fmi Christine Lagarde, non parte con le condizioni migliori: dovranno visitare tutte le amministrazioni e diversi Ministeri, con il rischio di non trovare interlocutori in grado di rassicurare sul futuro di misure che devono ancora passare al vaglio della politica. Ma l’Europa non concede proroghe: gli ispettori di Bruxelles e Francoforte, impegnati in una missione senza scadenza, dovranno stendere un rapporto che Rehn presenterà all’Eurogruppo entro il 29 novembre.