Dopo consultazioni lampo, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha incaricato Mario Monti di formare il nuovo governo. Il senatore a vita ha accettato con riserva mettendo bene in chiaro di voler procedere ”con scrupolo e rapidità” senza rinunciare ad ascoltare i partiti, convinto che con ”uno sforzo comune” l’Italia ”possa uscire dalla crisi”. Il Professore non si è sbilanciato sul timing per la definizione della squadra dell’esecutivo ma ha puntato dritto al cuore del problema: rilanciare su ‘sviluppo ed equità’. Resta però il nodo della lista dei nomi della prossima squadra (che l’ex commissario vuole ‘snella’ e ‘tutta tecnica’) a causa delle forti tensioni tra i partiti sulla presenza o meno di rappresentanti della politica, anche sul fronte della pattuglia dei sottosegretari. E il programma ‘pesante’ per quanto riguarda pensioni e misure per il lavoro fa discutere anche i democratici. Ad auspicare che i tempi siano rapidi è invece il Capo dello Stato, ”fiducioso” che entro la settimana il nuovo esecutivo sia in carica. Parole che rappresentano un nuovo forte appello alle forze politiche: ”Questo e’ il momento della prova” ha sottolineato Napolitano, mettendo bene in chiaro che il governo Monti non nasce da ”nessun ribaltamento”. L’imperativo comune del premier incaricato così come del Capo dello Stato è comunque quello di fare in fretta. Da stamattina il senatore a vita inizia un giro di consultazioni a Palazzo Giustiniani per ‘sondare’ i partiti sul programma del nuovo esecutivo così come sui futuri componenti del governo. Una richiesta su cui preme in particolare modo il Popolo della Libertà che ha dato il via libera ufficiale all’incarico, ma aspetta di conoscere le linee guida dell’esecutivo e le scelte di Monti sull’assegnazione degli incarichi. I paletti del Pdl sono ormai chiari: un esecutivo di soli tecnici ed un programma che ricalchi i famosi 39 punti che Silvio Berlusconi ha discusso con l’Unione europea. Altra condizione posta è quella della durata temporale che, come messo in chiaro da Angelino Alfano ”deve essere legata al programma di impegni assunti con l’Ue da Berlusconi. Pronto a dare il suo sostegno al governo guidato dall’ex commissario Ue, sia pure con diverse sensibilità sul programma, è il Pd. L’auspicio di Pier Ferdinando Casini è che il governo ”duri fino alla fine della legislatura”, mentre chi aspetta di vedere programma e squadra prima di sciogliere le ultime riserve. è anche Antonio di Pietro.