Sassari: Co.Co.Co. dei csl, arriva il parere della Corte dei conti

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«La Sezione controllo per la Corte dei Conti della Regione Sardegna si è finalmente espressa sul quesito che avevo posto in merito alla vicenda che vede coinvolti, loro malgrado, i collaboratori dei Centri Servizi per il Lavoro della Provincia di Sassari, quindi i lavoratori potranno rientrare in servizio quanto prima». Lo annuncia il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, poche ore dopo aver appreso del parere espresso dai giudici contabili, cui si era rivolta lo scorso 8 settembre per risolvere il problema della mancata proroga dei 31 lavoratori dei Csl, che da oltre due mesi manifestano stabilmente in piazza d’Italia, proprio a pochi passi dall’ingresso del palazzo della Provincia.
Nonostante la chiara volontà politica di prorogare i collaboratori in servizio, come emerge dalla delibera licenziata dalla giunta provinciale lo scorso 31 agosto, erano emersi ostacoli di natura amministrativa e contabile, legati soprattutto alla equivocità interpretativa della normativa regionale e ai più recenti vincoli di bilancio imposti dalle nuove norme nazionali in materia di finanza pubblica. Oggi la Corte dei Conti, pur riconoscendo la fondatezza dei dubbi sollevati dalla Provincia di Sassari, giustificando la legittimità di un atteggiamento tanto prudente e ammettendo la farraginosità dell’impianto normativo regionale, mette nero su bianco un parere che d’ora in poi mette al riparo l’amministrazione da qualsiasi contestazione. «Per questo motivo ho dato mandato agli uffici perché si proceda con la massima celerità alla sottoscrizione dei contratti con i collaboratori – riferisce ancora il presidente della Provincia – ponendo fine a una situazione di cui questo ente è stato vittima e non artefice, sotto ogni punto di vista».
Nel giro di pochi giorni si certificherà la copertura contabile e finanziaria per la delibera della giunta provinciale, e potranno essere stipulati i contratti. Ma secondo il presidente della Provincia «il lieto fine di questa vicenda paradossale arriva con gravissimo ritardo a causa delle innumerevoli strumentalizzazioni e speculazioni politiche che si sono fatte alle spalle dei lavoratori». Dopo aver incassato per due mesi, essendosi ritrovata all’improvviso nel ruolo di controparte rispetto alle istanze dei 31 lavoratori che da oltre sei anni e mezzo collaborano con i Csl per i servizi innovativi introdotti per via sperimentale nel vecchio sistema del collocamento statale, Alessandra Giudici passa al contrattacco. «Anche il parere della Corte dei Conti dice chiaramente che qui nessuno ha sbagliato o forzato la mano per chissà quale scopo», afferma. «Il dispositivo sostiene esplicitamente che l’impianto normativo regionale è farraginoso a causa di una cospicua sovrapposizione di norme – prosegue – che ingenera negli enti locali notevoli difficoltà applicative, offrendo il fianco al rischio che possa compromettersi il principio costituzionale di coordinamento della finanza pubblica». Un’osservazione che «di fatto avalla la prudenza con cui l’amministrazione e i suoi uffici, a costo della forte impopolarità che questo atteggiamento ha provocato, ha affrontato la questione», aggiunge il presidente.
Ferma restando la validità di ogni perplessità interpretativa, secondo la Corte dei Conti la via d’uscita è rappresentata dal fatto che il superamento della percentuale di incidenza della spesa del personale sulla spesa corrente – l’ormai famigerato tetto del 40% – sia consentito quando si tratta di spese di personale finanziato con risorse regionali per funzioni derivanti da processi di decentramento agli enti locali. Comprese le funzioni assolte dai 31 co.co.co., il cui trasferimento, pur non essendo ancora completato, è in atto.
Anche rispetto al dibattito in corso da anni e legato al definitivo trasferimento delle competenze e delle funzioni che svolgono i Csl in via sperimentale, la Corte dei Conti è perentoria. «Questa sezione non può esimersi dal constatare e segnalare l’urgenza di definire e concludere il percorso di trasferimento di compiti e funzioni dettato dalla legge regionale del 29 maggio 2007», è scritto nel parere emesso e trasmesso oggi a piazza d’Italia. «Questa è una battaglia che la Provincia di Sassari ha sempre combattuto e continua a combattere, perché il problema è alla radice – stigmatizza Alessandra Giudici – quello che è successo in questi ultimi due mesi è solo la logica conseguenza di un processo che la Regione non ha mai portato a compimento, né in questa né nella scorsa legislatura».
Quanto al fatto che questa vicenda è costata due mesi di attesa per i 31 lavoratori, Alessandra Giudici ha un giudizio chiaro. «Invece di continuare a minacciare provvedimenti che non può assumere e a promuovere atti che non risolvono un bel nulla, il presidente della Commissione del consiglio regionale di vigilanza per l’applicazione delle leggi regionali, Luciano Uras, spieghi una volta per tutte perché non ha mai fatto quello che aveva promesso lo scorso 9 settembre, quando al termine dell’incontro con la commissione mi aveva garantito che si sarebbe fatto promotore di un’interpretazione autentica della legge da parte del consiglio regionale», chiede Alessandra Giudici. «In quell’occasione Uras aveva anche affermato che l’assemblea legislativa regionale avrebbe deliberato il 13 settembre, e invece niente – conclude Alessandra Giudici – sono stati fatti passare due mesi, consentendo il moltiplicarsi di fantasiose e ingenerose illazioni sulle reali intenzioni di questa amministrazione nei confronti dei lavoratori».