Ancora disponibile oltre la metà del plafond per finanziare esportazioni e investimenti.
Tre miliardi e mezzo di euro per le imprese italiane che vogliono operare nella Corea del Sud. È questo il plafond messo a disposizione dal settore bancario per finanziare le esportazioni e gli investimenti degli imprenditori in un Paese che, negli ultimi decenni ha saputo realizzare una crescita senza precedenti e oggi, nonostante la crisi economica internazionale, si è ripreso velocemente tornando a crescere a un ritmo superiore al 6%, grazie soprattutto a ottimi fondamentali che gli garantiscono solide prospettive di sviluppo. Il dato è stato presentato oggi al Forum economico che si è svolto a Seul in occasione della missione economica organizzata da ABI, Confindustria e Unioncamere insieme ai Ministeri dello Sviluppo Economico e degli Affari Esteri. Alla missione partecipa una numerosa delegazione bancaria, che rappresenta circa due terzi del settore in termini di totale attivo, guidata dal Vice Presidente dell’ABI Guido Rosa.
La Corea del Sud è tra i paesi tecnologicamente più avanzati al mondo: il secondo per diffusione di ICT, il quarto per deposito di brevetti, il quinto per competitività scientifica, l’unico col 96% delle utenze con connessione a banda larga. “Anche per questo – ha detto Rosa – le banche italiane guardano con sempre maggiore interesse alla Corea del Sud, soprattutto all’indomani dell’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio che in tre anni eliminerà il 96% delle tariffe sulle merci europee e il 99% dei dazi sulle quelle coreane, con una crescita potenziale degli scambi pari al 20%. Più in generale – ha concluso il vice presidente ABI – il settore bancario conferma, una volta di più, il proprio sostegno alle imprese su tutti i mercati strategici, come la Corea. Nella convinzione che anche in un momento così importante per l’economia del Paese, l’internazionalizzazione rappresenti un driver fondamentale su cui puntare per tornare a crescere”.
Il plafond per le imprese nella Corea del Sud
Sul fronte dei finanziamenti, l’industria bancaria italiana ha messo a disposizione delle imprese un plafond di circa 3,5 miliardi di euro, per sostenere l’operatività commerciale e finanziaria con la Corea del Sud. Le linee di credito sono utilizzate solo per il 44% e non prevedono copertura SACE. Ci sono quindi ampi margini per finanziare nuove iniziative di business, anche in vista della liberalizzazione degli scambi prevista dal Free Trade Agreement.
Le banche italiane in Corea
I due maggiori gruppi bancari italiani sono presenti in Corea con propri uffici di rappresentanza. BNL, Cariparma e Friuladria, invece, operano in stretto raccordo con le case madri estere che dispongono sul territorio di filiali pienamente operative. C’è dunque spazio per rafforzare la presenza del settore bancario italiano in Corea. Per approfondire la conoscenza degli assetti del mercato e stabilire nuovi contatti con le principali controparti locali, nel corso della missione la delegazione bancaria italiana incontrerà l’Associazione bancaria coreana, il Financial Supervisory Service e sei tra le maggiori banche coreane. L’obiettivo è di consolidare la collaborazione interbancaria e offrire così un’assistenza ancora più efficace alle imprese che vogliono operare su questo mercato.