Che il commercio elettronico sia già un importante realtà per la circolazione dei prodotti è cosa assai positiva ed ormai quasi indispensabile, ma che troppo spesso accade che circolino, nell’impunità pressoché totale, merci illegali e pericolosissime, questo dovrebbe far riflettere e farci trarre le relative conseguenze sulla necessità di adottare misure globali che siano dei deterrenti per impedire rischi per i consumatori, specie per quelli meno informati e per i minori. Lo ripete da tempo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che continua ad auspicare un innalzamento, almeno a livello europeo, delle barriere di tutela dei consumatori per le vendite in rete.
Una notizia che è circolata di recente in Gran Bretagna, è assai esemplificativa ma anche paradossale se si pensa che, con poche decine di euro è possibile, udite udite, comprare armi funzionanti e persino bombe attive.
Pare che non si tratti di un caso isolato, infatti, quello del minore Luke Stillman del Northamptonshire, di sedici anni, appassionato di armi come purtroppo tanti suoi coetanei. Il giovane aveva pagato appena 36 sterline per un dispositivo, che a detta dell’inserzione su un sito di vendite on line sarebbe stato disattivato e non funzionante. Sarebbe, perché, il mortaio spagnolo che stava maneggiando dopo che era giunto a mezzo posta a casa propria, credendolo inerte, gli scoppiò tra le mani causando terribili ustioni e l’amputazione della parte superiore del pollice.
Al di là delle indagini che ne sono seguite da parte della polizia inglese, del conseguente blocco dell’inserzionista da parte del sito di vendite on line, il caso di cronaca riportato dalla stampa inglese, invita a far riflettere e ci può far cogliere i rischi cui sono soggetti non solo i consumatori meno informati e attenti, ma anche i collezionisti per i quali internet è divenuto il veicolo privilegiato degli acquisti.
Giovanni D’Agata