Archiviata da soli tre mesi una correzione da oltre 54 miliardi, il nuovo governo Monti si appresta a varare un’altra manovra da 13-15 miliardi che consenta di centrare l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 e placare le pressioni sui mercati finanziari. Un mix di interventi, fra altri tagli alla spesa e nuove tasse, che arriverà con un pacchetto di decreti e disegni di legge all’esame di un Consiglio dei ministri in programma il 5 dicembre, in tempo per il vertice Ue del 9. La settimana che si apre sarà quindi decisiva per il neo premier Mario Monti impegnato, con i tecnici e i colleghi dell’esecutivo, nella traduzione in norme dei capitoli su cui si snoderà il delicato pacchetto, oltreché in un primo confronto con le parti sociali prima del varo. Intanto, sugli impegni italiani sale il pressing dell’Europa, con l’Eliseo che ha incalzato il governo Monti a fare presto. Una volta chiusa la partita della nomina dei sottosegretari martedì prossimo, il presidente e ministro dell’Economia volerà all’Ecofin a Bruxelles dove avrà il compito di illustrare le linee guida della manovra ai ministri finanziari della Ue e cercare di incassare dall’Europa un’apertura sulla possibilità di poter sterilizzare la mancata crescita (l’Italia fa affidamento su uno 0,6% del Pil nel 2012) e la maggior spesa per interessi sul debito. Nel caso di diniego alla richiesta avanzata anche da altri Paesi, allora, la correzione dei conti italiani dovrà per forza lievitare a 24-25 miliardi dai 13-15 previsti, pena il fallimento del conseguimento dell’azzeramento del deficit fra due anni. Secondo l’ultima tabella di marcia concordata dall’ex ministro Tremonti con Bruxelles – su cui è stata costruita la manovra d’agosto e sulla cui base interviene il nuovo aggiustamento – il disavanzo italiano dovrebbe scendere dal 3,9% di quest’anno all’1,6% nel 2012 e allo 0,1% nel 2013. Alla riunione dei ministri delle Finanze della Ue martedì e mercoledì Monti potrebbe anche avere contatti specifici con Francia e Germania soprattutto alla luce del nuovo richiamo della Francia a Roma affinchè faccia presto sugli impegni presi. Sul tavolo c’è anche il piano segreto voluto dalla cancelliera Angela Merkel, e appoggiato da Sarkozy, per un nuovo Patto di stabilità della Ue. Una volta che Monti sarà rientrato a Roma dall’Ecofin mercoledì prossimo il cerchio sulle misure anti-crisi comincerà a stringersi. Dopo una prima ricognizione sabato a Via Venti Settembre, è prevista per metà della prossima settimana una nuova riunione dei tecnici, questa volta allargata ai diversi dicasteri interessati dagli interventi. Una sorta di pre-Consiglio dei ministri dove i capi di gabinetto dei ministeri, che a quel punto dovrebbero essere stati tutti nominati, tireranno le somme sulle linee guida tracciate fino a questo punto. Prima del via libera in Consiglio dei ministri, inoltre, il premier incontrerà sindacati e imprese e il confronto potrebbe avvenire alla fine della prossima settimana.Le ipotesi su cui ragiona l’esecutivo vanno dal ritorno dell’Ici sulla prima casa in versione super-Imu con la rivaluzione delle rendite catastali, all’aumento dell’Iva di 1 o 2 punto sull’imposta ordinaria del 21% e forse anche su quella agevolata del 10%, un anticipo da subito della riforma delle pensioni con il blocco dell’adeguamento al costo della vita (blocco perequazione automatica), un pacchetto di misure anti-evasione con una nuova stretta sull’utilizzo del contante, interventi per le liberalizzazioni, il Sud, le infrastrutture e le dismissioni. Sembra, invece, perdere quota, il ricorso a una patrimoniale, anche se si ragiona ancora su un’imposta temporanea da applicare ai patrimoni sopra un milione di euro. In arrivo poi una nuova stretta alla spesa pubblica e un’operazione sui costi di funzionamento della pubblica amministrazione. Il tutto dovrebbe essere accompagnato dal taglio di qualche punto del cuneo fiscale alle imprese e da sgravi Irap sul costo del lavoro.