Incentivi alle imprese, Corte Conti: uso distorto dei fondi FAS

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La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti ha approvato una relazione avente ad oggetto le risorse, allocate al cap. 7420, piano gestionale 26, e al cap. 7342, piano gestionale 14, nello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo Economico.
Gli incentivi sono finanziati dal “Fondo per le Aree Sottoutilizzate” destinato sia a soggetti pubblici per investimenti, sia ai privati per forme di incentivazione; tali interventi in precedenza erano attribuiti dall’Agenzia per la promozione dello sviluppo nel Mezzogiorno e, prima ancora, da Cassa per il Mezzogiorno, e sono stati estesi ora a più ampie porzioni del territorio nazionale, anche al Centro-Nord.
Sul tema delle incentivazioni alle imprese, il referto riassume i dati quantitativi e finanziari della globalità degli interventi erogati dal Ministero dello Sviluppo Economico (già Ministero delle Attività Produttive), che abbraccia 35 bandi dal 1996 in poi, per complessivi 41.120 interventi, di cui 15.127 conclusi, 11.129 revocati e 14.764 in attesa di definizione. Il sostegno economico raggiunge 22,5 miliardi di euro ammessi ad agevolazione, di cui 11,3 erogati, 7,5 revocati e 3,7 in attesa di definizione.
Gli ultimi bandi sono stati emanati nel 2006, mentre successivamente l’attività del Ministero dello Sviluppo Economico è stata rivolta a completare gli adempimenti per gli interventi in corso.
In termini generali, la Sezione ha osservato:
che l’utilizzo del FAS, da parte del legislatore o del Governo, quale “bacino finanziario” cui attingere per altre finalità limita fortemente la programmazione delle risorse e si presenta quale elemento distorsivo del sistema;
che una più adeguata individuazione degli obiettivi potrebbe migliorare il grado di innovatività degli interventi da finanziare.

Sugli incentivi, in particolare, la Sezione ha osservato:
un grado eccessivo di proliferazione del numero degli interventi;
l’esigenza di una più adeguata analogia con il metodo programmatorio tipico degli interventi finanziati con fondi comunitari, che talvolta concorrono al sostegno degli interventi stessi;
una elevata quota di interventi revocati (11.129) o in corso di revoca (stimati dall’a mministrazione in 7.000 circa) su un totale di 41.120 interventi;
un non elevato grado di integrazione tra le attività amministrative svolte direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico e le attività svolte dai soggetti intermediari (banche);
un limitato grado di effettiva verifica degli interventi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico;
la non conoscenza, da parte dello stesso Ministero, del livello di miglioramento, in termini formali e sostanziali, ottenuto in termini di occupazione di nuovi lavoratori o di mantenimento dei livelli occupazionali esistenti;
sul piano tecnico, un abbattimento del livello dei fondi iscritti a residui, dovuto in gran parte al meccanismo contabile di perenzione amministrativa dei residui stessi, il quale peraltro non incide sulle obbligazioni sottostanti.