L’Italia ”stringe la cinghia” secondo l’espressione usata da Mario Monti al termine di un Consiglio dei ministri che ha approvato una manovra da 24 miliardi (30 lordi) studiata per permettere al Paese di mantenere l’impegno di giungere al pareggio di bilancio nel 2013. E che tenteràdi invertire il dato del Pil in calo per l’anno prossimo, secondo le attuali previsioni, dello 0,5%. Il decreto varato, che addossa un grosso onere sulla previdenza e sui piccoli risparmiatori esentando i grandi patrimoni, scommette anche su una serie di misure che dovrebbero stimolare crescita ed occupazione. Alla fine sia Pd che Pdl tirano entrambi un sospiro di sollievo visto che sono state evitate alcune norme da loro invise e che pure erano state ipotizzate. Monti, prima della conferenza stampa, si è rivolto direttamente ai cittadini per dare ”un messaggio di preoccupazione ma anche di speranza”. Insomma i sacrifici sono duri, ma non saranno vani. E poi, ha sottolineato il ministro Piero Giarda, non ci sono alternative: ”vi immaginate cosa sarebbe successo se non avessimo assunto queste misure?”. Dunque sacrifici, innanzitutto sulle pensioni, tanto che il ministro Elsa Fornero, chiamata a illustrare le misure, si è commossa fino alle lacrime al momento di annunciare il blocco delle indicizzazioni delle pensioni (escluse tutte quelle sotto i 960 euro). Un groppo alla gola le ha impedito di proseguire. Il mantenimento dell’adeguamento del caro vita per le pensioni basse viene compensato con una una tantum dell’1,5% sui capitali rientrati dall’estero con lo scudo fiscale di Tremonti, che viene incontro alle richieste del Pd. Mentre il Pdl incassa l’assenza di una patrimoniale su beni mobili e immobili, chiesta invece dai Democratici. In ogni caso niente aumento delle due ultime aliquote Irpef, quella del 41% per i redditi oltre i 55.000 e del 43% per i redditi dai 75.000 euro in su. Misura su cui il Terzo Polo aveva sollevato obiezioni così come Pd e Pdl.
Il ceto medio e medio alto si ritrovanno però sul groppone una nuova imposta sul bollo che graverà su tutte le forme di risparmio, dai fondi di investimenti alle polizze vita. Il bollo rispetto ad una patrimoniale sui beni mobili colpisce più i piccoli risparmiatori, ma d’altra parte Monti ha detto che una patrimoniale sulle ”grandi ricchezze” come in Francia avrebbe provocato una ”fuga” in attesa di essere attuata. Sulle famiglie piomba anche il ritorno dell’Ici, che il federalismo fiscale reintroduceva nel 2014. Ci sono però detrazioni che potrebbero esentare del tutto le case di minor valore. Monti ha insistito che il decreto avrà anche un impatto positivo sulla crescita. Il governo ha puntato tutto su una serie di misure ritagliate sulle imprese, come la defiscalizzazione dei capitali reinvestiti in azienda, o la detassazione della parte Irap sul lavoro. Incentivi anche per l’occupazione di donne e giovani. Il tutto dovrebbe bastare a compensare l’inevitabile contrazione dei consumi dovuto alla contrazione del reddito disponibile e all’aumento dell’Iva dal secondo semestre del 2012. I partiti, nei primi commenti hanno salutato tutti con favore il mancato aumento dell’Irpef. Il Pd ha lamentato l’assenza delle patrimoniale e il Pdl alcune liberalizzazioni che toccano alcune categorie di professionisti. Monti però ha detto di ”fare affidamento” sul loro sì in Parlamento (pur non escludendo il ricorso alla fiducia), anche perché ”le forze politiche sanno che devono riscuotere la fiducia dei cittadini”, che evidentemente il professore ritiene di avere sempre dalla sua parte.