Il Ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ha esposto alle commissioni bilancio riunite di Camera e Senato il programma di intervento del Governo in materia di politiche di coesione territoriale.
In materia di gestione dei fondi comunitari, il Ministro ha sottolineato il grave ritardo nel loro impiego: “Con una percentuale di pagamenti eseguiti al 21 novembre 2011 pari al 7,4% – ha dichiarato – l’Italia è penultima tra gli stati membri, prima soltanto della Romania”.
Il Ministro Barca ha individuato le ragioni di questo ritardo in 4 criticità: debolezza dei centri di coordinamento nazionale e regionale; le difficoltà di spesa dovute ai tagli di finanza pubblica non risolutivi e ai vincoli del patto di stabilità interno; frammentazione degli interventi; scarsa focalizzazione sui risultati e carenza di controllo civico.
“Questo Governo – ha aggiunto – fin dai primi giorni ha messo in attuazione un intervento ispirato ai metodi di programmazione che l’intera Unione Europea adotterà a partire dal 2014”. Le principali linee di azione del Governo per le politiche di coesione territoriale sono:
• concentrazione delle risorse su quattro priorità indispensabili per migliorare la qualità della vita dei cittadini e rilanciare lo sviluppo al Sud: scuola, agenda digitale, ferrovie, credito per l’occupazione
• affiancamento dei centri di competenza nazionale alle competenze locali
• definizione per ogni intervento di obiettivi concreti e misurabili e sotto il controllo dei cittadini
• cooperazione rafforzata con la Comunità Europea
Il volano per lo sviluppo adottato con il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 4 dicembre riguarda la deroga al patto di stabilità interno che darà impulso al Piano di Azione Coesione rimuovendo una delle criticità: in questo modo le Regioni potranno disporre di liquidità per un massimo di 1 miliardo di euro l’anno per ciascuno degli anni 2012, 2013, 2014 con la quale co-finanziare i fondi strutturali europei disponibili, altrimenti a rischio.
Questo intervento riguarda ad oggi le cinque Regioni dell’obiettivo Convergenza (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) ma potranno aderire anche altre Regioni. L’agenda del Ministro per la Coesione territoriale è completata da tre ulteriori assi di intervento:
– promozione e presidio di alcuni grandi progetti (quale la messa in sicurezza delle insulae di Pompei, avviata dal precedente Governo), selezionati per la loro utilità sociale e perché possano fungere da prototipo per l’intero Paese
– azioni per mettere a disposizione dei cittadini le informazioni più opportune perché loro stessi possano valutare tempi di esecuzione e risultati dei progetti in corso e l’effetto che hanno sulla loro qualità di vita
– sblocco del Fondo sviluppo e coesione gestito dalle Regioni su assi prioritari concordati con il Governo.