“Nella settimana corrente la quotazione del greggio Brent spot è diminuita di un 1,6 % rispetto alla scorsa settimana, scendendo di 1,30 euro/ barile (-0,010 euro/litro), il cambio euro/dollaro è rimasto quasi stabile (circa lo 0,3 % in meno) ed il mercato dei prodotti ‘finiti’ Platt’s ha fatto registrare un aumento di +0,002 euro/litro per la benzina ed una diminuzione di -0,005 euro/litro per il gasolio” afferma Luca SQUERI, Presidente Nazionale FIGISC CONFCOMMERCIO, che precisa “Ma la settimana è stata segnata dal pesantissimo aumento delle accise, intervenuto di fatto dal 7 dicembre, che vale ben 0,099 euro/litro per la benzina ed addirittura 0,136 euro/litro per il gasolio e che ha fatto aumentare, in un solo giorno, il prezzo della benzina del 6,2 % e dell’8,5 % per il gasolio. Con questo ultimo intervento, la fiscalità di base (accisa + IVA sull’accisa, senza neppure considerare l’IVA sul prezzo industriale) in Italia è aumentata nel 2011 di 0,175 euro/litro per la benzina e di 0,210 euro/litro per il gasolio, un caso che non ha eguali nell’Europa comunitaria, se si eccettua la Grecia, dove, nel 2010, aumentò di 0,340 euro/litro per la benzina e di 0,151 euro/litro per il gasolio. Adesso è accaduto davvero quanto da tempo si sosteneva, prima senza fondamento: l’Italia ha veramente il prezzo dei carburanti più alto d’Europa e per ammontare della tassazione è seconda solo all’Olanda per la benzina ed al Regno Unito per il gasolio.”
“I prezzi medi Italia, da venerdì 3 dicembre, sono aumentati conseguentemente di +0,100 euro/litro per la benzina e di +0,128 per il gasolio” aggiunge SQUERI “Le variazioni in aumento del mercato internazionale del Platt’s sono state trasferite in maniera equilibrata sul prezzo nazionale, con l’effetto di un livello inferiore del prezzo della benzina pari a -0,002 euro/litro, e di un livello superiore del prezzo del gasolio pari a +0,002 euro/litro: un aspetto del tutto trascurabile rispetto al terremoto dei prezzi generato dalla manovra sulle accise”. SQUERI per i prossimi giorni prevede che i prezzi dei carburanti possano scendere di circa 1,0 eurocent/litro: “Mentre le quotazioni del greggio Brent (che è il greggio di riferimento per l’Europa) sono attestate sui 107 dollari/barile, le chiusure del Platt’s degli ultimi due giorni hanno fatto registrare variazioni in diminuzione sia per la benzina (-0,8 eurocent/litro) che per il gasolio (-0,5 eurocent/litro). Per i prossimi giorni – salvo inversioni di tendenza del mercato internazionale con la chiusura odierna – ci si può attendere che i prezzi possano scendere di circa 1,0 eurocent/litro.”
I DATI DI SINTESI –
Per quanto riguarda l’ultima settimana, le quotazioni del greggio sono diminuite di poco (-1,30 euro al barile), il tasso di cambio euro/dollaro è rimasto quasi stabile, attestandosi su 1,34 dollari per 1 euro. Sul mercato interno, i prezzi alla pompa per la benzina (prodotto che sul mercato Platt’s guadagna +0,002 euro/litro) sono aumentati di +0,100 euro/litro per effetto dell’aumento delle accise (+0,099 euro /litro con IVA), mentre per il gasolio (che sul mercato Platt’s è sceso di -0,005 euro/litro) l’aumento è addirittura di +0,128 euro/litro, sempre per l’effetto dell’in-cremento delle accise (+0,136 euro/litro con IVA). Nel panorama europeo dei prezzi, l’Italia – in una classifica decrescente dal prezzo più caro a quello meno caro – era attestata al terzo posto sia per il prezzo della benzina che per il prezzo del gasolio, una classifica che verrà rivoluzionata sin dalla prossima rilevazione dei prezzi europei del 12 dicembre, portando il nostro Paese ai primi posti per il prezzo più caro a seguito dell’intervento fiscale sulle accise.