Manovra Monti/Pensioni: evita la riforma chi matura i requisiti entro il 2011

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La riforma del sistema previdenziale, delineata dalla manovra Monti, prevede l’innalzamento del requisito dell’età per il raggiungimento della pensione, a partire dal I gennaio 2012. Per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2011 continuano a valere le regole previste dalla precedente disciplina, evitando l’applicazione del metodo contributivo pro rata, ovvero il metodo di calcolo basato su contributi versati e speranza di vita. Per evitare i dettami della riforma bisognerà aver conseguito i seguenti parametri:
– Pensioni di vecchiaia: bisognerà aver raggiunto i 60 anni di età per le donne del settore privato; 61 anni per le lavoratrici del pubblico impiego; per gli uomini il parametro è 65 anni. Tutte e tre le categorie dovranno aver accumulato almeno 20 anni di contributi.
– Pensioni di anzianità: indipendentemente dall’età, potrà accedere alla pensione di anzianità chi avrà maturato 40 anni di contributi entro il 31/12.
– Quote: i lavoratori dipendenti dovranno avere, entro il 31/12, 60 anni di età e 36 di contributi oppure 61 anni e 35 di versamenti (la cosiddetta quota 96, data dalla somma dell’età del lavoratore e degli anni di contributi); 61 anni di età e 36 di contributi (oppure 62 anni di età e 35 di versamenti) per gli autonomi.
Continua a valere altresì il regime delle decorrenze: i lavoratori che andranno in pensione al 31/12 dovranno attendere 12 (per i lavoratori dipendenti) e 18 mesi (per gli autonomi) per poter incassare gli assegni, ovvero il mese successivo a quello di chiusura della “finestra”. Esentati dalla riforma anche coloro che sono stati autorizzati alla prosecuzione volontaria del pagamento dei contributi prima del 31/12.
Continuano ad andare in pensione a 57 anni le lavoratrici dipendenti (58 anni le autonome) che, avendo il sistema misto, hanno optato per il sistema contributivo.

Anita Ottaviano