Il sistema previdenziale, delineato dal Ministro Fornero, esce totalmente mutato rispetto a quello attualmente vigente. Uno degli obiettivi principali della riforma è quello di riportare ordine e uniformare i requisiti di età, per le pensioni di vecchiaia, per uomini, donne, pubblici, privati e autonomi. Il sistema pensionistico, quindi, dal 2012 verrà a incardinarsi su due tipologie principali di pensione: la pensione di vecchiaia (incardinata sui requisiti delineati nella Manovra Monti) e la pensione anticipata. Nulla in merito all’anzianità con le quote: tutto cancellato, insieme alle finestre di uscita, il meccanismo che prevedeva, per coloro che avessero raggiunto i requisiti per la pensione, di rimanere al lavoro per altri 12 o 18 mesi. Tutti i requisiti d’accesso a tutte le tipologie di pensioni saranno adeguati agli incrementi della speranza di vita. Quali sono i “nuovi” requisiti per andare in pensione nel 2012?
Pensione anticipata: è la pensione che si ottiene al raggiungimento di una determinata anzianità contributiva, pari a 42 anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e un mese per le donne e rappresenta, al momento, l’unica via d’uscita anticipata per chi non ha il requisito anagrafico. Per i lavoratori che hanno cominciato a prestare attività lavorativa dal I gennaio 1996, la pensione potrà essere conseguita anche all’età di 63 anni, sempre che siano stati versati almeno 20 anni di contributi effettivi e che l’ammontare mensile della prima rata di pensione non sia inferiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale. Anche in questo caso si provvederà all’aggiornamento dei requisiti anagrafici e contributivi in base all’aumento delle speranze di vita. Per chi versa con il metodo contributivo si delinea lo schema di uscita flessibile prospettato dal Ministro Fornero: nel rispetto di determinate condizioni, si potrà uscire dal lavoro a 63 anni con la pensione anticipata; per la pensione di vecchiaia a 67 anni e si potrà decidere di rimanere al lavoro sino a 70 anni.
II e ultima parte
Anita Ottaviano