Lavoro: Cgil, su offerta posti segnale blocco produzione

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“Aumenta la disoccupazione ma non i posti vacanti: anche questo è un evidente segnale del blocco della produzione e dei consumi e della loro nefasta ripercussione sull’occupazione”. Ad affermarlo è il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, in merito ai dati diffusi dall’Istat.

In tempo di crisi invece, osserva il sindacalista, “ogni possibilità dovrebbe essere sfruttata al massimo: perché non lo si fa? Qualcuno sosterrà l’esistenza di mancanza di personale specializzato ma trattandosi di imprese sopra i 10 addetti molte avrebbero capacità di formarlo. Non può essere quindi liquidato così questo dato. Così come qualcuno continuerà, nonostante l’enorme bacino di precari, ad affermare che manca la disponibilità delle persone. La realtà – spiega Fammoni – è che non si assume e che troppe imprese stanno programmando per il 2012 una drastica riduzione del personale, altro che posti vacanti. Cala la quantità e la qualità dell’occupazione”.

Per il dirigente sindacale “servono ulteriori ammortizzatori, combattere il precariato e il lavoro nero e vere iniziative per la crescita. Scelte all’altezza di questa fase per combattere gli effetti delle recessione. Parlare invece di abolizione dell’articolo18 e di maggiore libertà di licenziamento, creare nuove preoccupazioni e ulteriori tensioni sociali è un errore che il governo non deve e non può permettersi e che i sindacati non accetteranno”, conclude Fammoni.