Il clima di recessione e l’eccessivo peso delle imposte sui consumi mettono in crisi il menu di Natale e fanno serrare le fila alle famiglie. La festa più tradizionale sarà infatti ancora all’insegna del calore domestico: nove persone su dieci (92%) trascorreranno la serata della vigilia e il pranzo di Natale a casa, propria o di amici. Avranno meno “voglia di famiglia” gli abitanti del Nord-Est e i giovanissimi, di età compresa tra i 18 e i 24 anni, che sceglieranno il ristorante o la vacanza.
Menu low cost
Se la tradizione tiene, altrettanto non si può dire della spesa media per la cena e il pranzo di Natale, che si riduce drasticamente. Per il menu delle feste, infatti, gli italiani spenderanno 2,3 miliardi di euro, 542 milioni di euro in meno rispetto al 2010. Una flessione del 19%, per colpa della quale, quest’anno, ci saranno soltanto 88 euro (contro i 109 dello scorso anno) a disposizione per ciascuna famiglia che, certamente, rimarrà in casa ma dovrà quindi fare anche attenzione a quanto metterà in tavola. Si concederanno qualcosa in più i giovani: per gli under 24 la spesa media sarà di 125 euro, mentre per i giovani tra i 25 e i 34 anni si arriverà a quota 101 euro.
Troppe tasse, meno Natale
A pesare sulla spesa più che i prezzi – sono moltissimi i commercianti che, già prima dei saldi, praticano sconti sostanziosi – conta la condizione economica familiare, indicati come uno dei maggiori ostacoli dalla metà degli intervistati. Cresce il peso percepito delle tasse (+6%) mentre rimane invariata la preoccupazione legata al lavoro, presente per il 12% degli italiani ma che sale a quote tra un terzo e un quarto per le fasce d’età 24-44 anni.
Vini e leccornie diventano regali
I generi alimentari “sfrattati” dalla tavola riappaiono sotto l’albero. Cibi e vini, infatti, saranno verranno acquistati come regali dall’83% degli intervistati, battendo per la prima volta l’abbigliamento che, invece, quest’anno sarà il desiderio di un italiano su due (specie i più giovani), parimenti ai libri o ai giocattoli, scelti entrambi da chi ha figli piccoli e che abbina i due tipi di dono. Più di un giovane su tre (36%) sotto l’albero vorrebbe però trovare un lavoro. Seguono la riduzione dei costi della politica, meno tasse, ed un rinnovamento della classe dirigente. Ma c’è persino un 7% che non vedrebbe male l’uscita dall’euro.
Mancano i soldi…
I tagli alla spesa natalizia sono chiaramente influenzati dal cattivo clima economico. Quasi un italiano su 3 (28%), infatti, sostiene di riuscire ad arrivare, con lo stipendio, solo fino alla terza settimana del mese: lo scorso anno aveva dato questa risposta solo il 20% degli intervistati. Salgono anche, del 2%, gli italiani che dicono di arrivare alla seconda settimana: adesso sono il 10%, un italiano su dieci. Crolla il numero di persone che riesce a coprire tutti e trenta i giorni del mese con lo stipendio: sono solo il 62%, lo scorso anno erano il 72%.
…e manca la fiducia
Diminuisce, di conseguenza, la fiducia nelle possibilità personali e dell’Italia. La percezione di navigare in acque decisamente agitate viene confermata dal giudizio negativo dato, dal 69% degli italiani, alla situazione economica attuale in Italia; inoltre, tali giudizi negativi risultano ancor più pesanti se si precisa che 1 italiano su 2 sceglie il polo dalle tonalità più cupe (“pessima”) nella scala delle opzioni di risposta. Sono i giovani ad avere una visione un pochino meno allarmata. I pareri più negativi arrivano invece dalle famiglie più numerose e, com’è facilmente comprensibile, dai disoccupati.