Previsioni: ABI, no a pressioni per nuove capitalizzazioni in quadro recessivo globale

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Precipitare della crisi nell’Eurozona, banche italiane alle prese con esigenze di recupero di redditività e forti pressioni per nuove capitalizzazioni. L’ABI presenta il Rapporto di previsione AFO 2011-2013

Peggioramento del ciclo economico fino al delinearsi di un quadro recessivo, acuirsi delle tensioni sui titoli sovrani e sempre più pesanti riflessi sull’economica mondiale. Questa la fotografia del quadro congiunturale dell’Area Euro del Rapporto di Previsione AFO-Financial Outlook 2011-2013 diffuso oggi dall’ABI. Secondo le stime dell’Ufficio Analisi Economiche dell’Associazione bancaria e dei centri studi delle maggiori banche italiane le incertezze congiunturali si traducono in un’ulteriore riduzione della crescita mondiale, particolarmente significativa per i paesi dell’Area dell’Euro e per l’Italia per cui gli sviluppi congiunturali recenti prefigurano un quadro recessivo per il 2012 e una situazione di sostanziale stagnazione per il 2013.
“In questo contesto il nostro Paese assume un ruolo centrale – ha dichiarato il Direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini – sia in quanto bersaglio delle tensioni sui titoli sovrani, sia perché al Governo è richiesto un contributo importante che ha trovato una prima risposta, a nostro parere positiva, con il decreto Salva Italia. Ora è necessario che tale sforzo sia accompagnato da risposte a livello comunitario finalmente credibili”.
In tale quadro, il settore bancario è impegnato nel continuare a garantire adeguati flussi di credito all’economia, pur affrontando criticità sul fronte del funding e per le pressioni delle Autorità di Vigilanza sui coefficienti di patrimonializzazione. Ciò si traduce in una lenta crescita degli attivi e nel permanere di una bassa redditività: il Roe dovrebbe toccare quest’anno il minimo storico; in seguito è prevista una leggera risalita rimanendo comunque su di un livello inferiore del 40% alla media dell’ultimo decennio. Nonostante la bassa redditività, le banche italiane si confermano solide, in grado di perseguire la strada del rafforzamento patrimoniale facendo uso di tutte le leve a loro disposizione e secondo le stime AFO il CoreTier1 ratio dovrebbe passare dall’8,3% del 2010 al 9,3% del 2013.

Le previsioni macro-economiche
L’analisi congiunturale e l’acuirsi della crisi finanziaria in corso, preannunciano un netto indebolimento dell’attività economica internazionale almeno fino a tutto il 2012, con una debole ripresa nel 2013: la crescita del Pil mondiale resterà al di sotto del 4% fino al 2013. Considerando gli ultimi dati congiunturali e le esigenze di finanza pubblica, la crescita del Pil italiano non supererà lo 0,6% nell’anno in corso e segnerà una contrazione dello 0,7% nel 2012. Un recupero molto modesto è previsto per il 2013 (+0,2%). Il mercato del lavoro mostra ulteriori segni di debolezza a causa dell’andamento del Pil: il tasso di disoccupazione rimarrà sopra l’8% senza registrare cali per tutto il triennio di previsione, a causa di una riduzione degli occupati nel biennio finale 2012-2013.

La finanza pubblica
Gli ultimi mesi hanno conosciuto un radicale cambiamento dello stato e delle prospettive della finanza pubblica, mutamento generato dall’acuirsi della crisi sui mercati dei debiti sovrani e dagli andamenti macroeconomici, nettamente al di sotto delle aspettative. L’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 sembra sostanzialmente conseguibile e l’indebitamento netto strutturale dovrebbe annullarsi già a partire dal 2012 per aumentare all’1,2% del Pil nel 2013. Grazie a tale contenimento del disavanzo il rapporto debito/Pil dopo aver toccato il picco nel 2011 (121,3%) dovrebbe in seguito ridursi per quasi 4 p.p.

Industria bancaria: andamenti e prospettive
In un contesto di elevate turbolenze finanziarie e di preoccupante evoluzione del ciclo economico, il settore bancario dovrà gestire i rischi emergenti cercando di difendere il flusso di credito all’economia, gestire la politica di funding. In questo sentiero stretto, l’operatività bancaria verrà ulteriormente condizionata dalle sempre più pressanti esigenze regolamentari in tema di patrimonializzazione. In base all’analisi previsionale il CoreTier1 ratio dovrebbe aumentare al 9,3% nel 2013, valore più elevato di quanto stimato in precedenza, nonostante il peggioramento della redditività: ciò per la tensione sulle politiche di bilancio delle banche per ottemperare le sempre più pressanti richieste dell’Autorità di vigilanza in tema di rafforzamento patrimoniale. Negli ultimi mesi di forte tensione finanziaria costante è stato l’impegno delle banche italiane a erogare sufficienti risorse all’economia. Considerando il credito complessivo a famiglie e imprese, a ottobre il tasso di crescita annuale dei finanziamenti si collocava sopra ai 5,5 p.p., sostanzialmente stabile rispetto ai mesi precedenti. Ciò non ha potuto evitare un irrigidimento delle condizioni creditizie, in quanto le banche italiane, accanto alle tensioni per le difficoltà economiche, si trovano ad affrontare le tensioni finanziarie conseguenti alla crisi del debito sovrano del nostro paese.

Roe, margini e costi
In un tale contesto, il Return on Equity (Roe) del settore bancario quest’anno dovrebbe segnare con lo 0,3% un nuovo minimo storico. Negli anni successivi si prevede una lieve ripresa non in grado di colmare il gap di redditività rispetto ai livelli pre-crisi: al 2013 il Roe si collocherà al 3%. La redditività delle banche deve inoltre fare i conti con le pressioni della crisi finanziaria: nel triennio di previsione il valore degli accantonamenti sarà pari a 54 mld di Euro. Dopo un’ulteriore contrazione attesa per quest’anno, il margine di intermediazione dovrebbe avere un incremento intorno al 4% nel biennio finale di previsione, risultato non sufficiente a recuperare le perdite reddituali: al 2013 il flusso complessivo di ricavi netti del settore bancario risulterà inferiore di 8 mld di Euro rispetto ai valori pre-crisi.

Raccolta
L’AFO-Financial Outlook evidenzia come la raccolta bancaria sia influenzata dalle difficoltà che le banche incontreranno nella loro attività di funding a seguito delle tensioni finanziarie sui titoli sovrani. In uno scenario di lenta riduzione degli spread di rendimento, la raccolta bancaria presso residenti dovrebbe crescere a tassi costantemente inferiori a quelli dei prestiti al settore privato. L’andamento congiunturale dovrebbe essere guidato dalla componente obbligazionaria, mentre i depositi dovrebbero crescere su tassi costantemente superiori al 3%.

Stress Test
La sezione monografica del Rapporto AFO 2011-2013 contiene un’analisi dei risultati degli stress test svolti nello scorso mese di luglio e prende in esame sia gli aspetti quantitativi sia quelli qualitativi delle risposte allo shock disegnato dall’Eba (European Banking Authority) . Le analisi confermano che dal punto di vista patrimoniale il settore bancario europeo è abbastanza solido da continuare a reggere alle tensioni attuali, ma dimostra anche che nel caso queste dovessero accentuarsi le insidie maggiori per la stabilità bancaria sono rappresentate dalle condizioni di liquidità delle banche e dei mercati e dalle conseguenti tensioni sul fronte del funding piuttosto che dalla maggiore e minore esiguità patrimoniale. In base allo studio, infatti, per meglio tutelare la stabilità finanziaria bisognerebbe agire con maggiore sforzo e attenzione su questi aspetti piuttosto che prevedere per le banche livelli sempre più elevati di patrimonializzazione che rischiano di avere effetti negativi sull’economia reale.