Quale miglior momento per chiedere un aumento? Deve essere stato questo il pensiero della Direttrice Generale della Rai, Lorenza Lei, disperatamente alla ricerca di risorse in un momento in cui il bilancio dell’azienda radio televisiva rischia di chiudere con qualche brutta sorpresa di carattere economico (stime attendibili parlano di un “rosso” da 320 milioni).
In un anno in discesa, per gli ascolti e la qualità generale del servizio offerto almeno dalle principali tre reti generaliste, non credete anche voi che sia giusto premiare la Rai con qualche soldino in più di canone? Bene, il pacchetto lo troveremo sotto il nostro albero: nel 2012 si passerà da 110,50 Euro a 112 secondo la proposta Rai, che il Ministero potrebbe toccare al rialzo a 115 per “adeguamento” Istat. Canone che ha fatto registrare una costante escaltion dal 2005 ad oggi, ed ha vissuto il suo primo scatto nel 2006 quando venne abbattuto il tetto dei 100 euro. Dopo 4 anni si è passati da 99,60 euro ai 110,50 del 2011, per finire con i 112, almeno per ora. Cerchiamo di fare noi un bilancio, assolutamente superficiale e non esaustivo. Chiudono alcune delle più note trasmissioni del sevizio pubblico (ne abbiamo già parlato qualche mese fa), alcune con la scusa degli ascolti (vedi Mi Manda Rai Tre), altre senza nemmeno quella (vedi Anno Zero o la ventilata chiusura di Elisir), altre ancora, soprattutto di cultura, vengono relegate sui “canali tematici” come Rai 5 (ad esempio, Passepartout). Serate evento vengono cedute senza batter ciglio ai competitor (mi riferisco a Parla con me), così come alcune delle migliori professionalità, o al massimo, spostate in canali tematici con l’augurio di relegarcele. Il principale TG, il TG1, ha registrato una perenne diminuzione dello share, e un costante scadimento dei contenuti, a favore di cronaca nera e servizi di “società” quanto meno discutibili, e ci è voluta solo una inchiesta con risvolti penali per convincere il Consiglio di amministrazione a cambiare la Direzione. Ovviamente, non facendo mancare l’annuncio di un bel “paracadute” e l’inevitabile buonauscita per l’ex direttore Minzolini, di cui però ignoriamo la consistenza.
Certo, c’è da dire che si calcola una evasione dal pagamento del canone di circa il 92% dei locali pubblici che hanno un televisore acceso per la propria clientela. E che il pagamento del Canone sembra in assoluto il “balzello” più odiato dagli italiani. Lungi dal giustificare le ragioni della evasione, mi sarei però aspettato, in un momento di richiami alla “sobrietà” e alla austherity, che il concessionario del servizio pubblico optasse per scelte come: rilancio delle professionalità interne, taglio agli appalti esterni, eliminazione di strutture create ad hoc solo per dare ruoli a boiardi di Stato. Solo per fare alcune delle decine di esempi possibili. E invece no, un Direttore Generale, a tre mesi dalla scadenza del suo mandato, ha fatto la scelta più semplice: chiediamo ai cittadini di pagare di più. Ovviamente, senza neanche sentire l’esigenza di presentare ai suoi “stakeholder” un Piano industriale che aiutasse a digerire la pillola.
Questo articolo vuole inaugurare una serie di riflessioni sul servizio pubblico e sul mondo della comunicazione, che continueremo anche con firme importanti e studiosi del settore, perché come sempre crediamo che la conoscenza sia la prima arma per potersi tutelare efficacemente, e incidere sulle scelte future.
Chiudo con un nota amara. Credo ricordiate la lettera inviata alla Lei e al Direttore di Rai Tre Di Bella a proposito della paventata chiusura di Elisir. Non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Tanto per ricordarci quanto questa dirigenza ci tiene ai suoi telespettatori. Ma speriamo che vogliano smentirci. Intanto, auguri di uno splendido Natale e per un 2012 che possa riservarci belle sorprese. Ma nel vero senso della parola.
Alessandro Cossu,
responsabile ufficio comunicazione e stampa Cittadinanzattiva