Fine d’anno, il ministro Barca traccia un bilancio. Sui fondi strutturali l’Italia ha sostanzialmente evitato per il 2011 il disimpegno automatico da parte della Commissione europea sui programmi operativi del Sud e del Centro-Nord. In base ai dati forniti dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica che “fotografano” la situazione di fine d’anno, 57 programmi operativi del nostro Paese su 58 hanno speso e certificato alla Commissione europea un importo pari o superiore a quello necessario a evitare la perdita di risorse comunitarie. Solo nel caso del programma operativo interregionale Attrattori (culturali, naturali e turismo) si è registrata una perdita pari allo 0,04% del totale degli importi cumulati in scadenza.
Nel complesso l’Italia ha raggiunto, nel periodo 2007-2011, una certificazione di spesa di fondi comunitari per 6,2 miliardi di euro, di cui 3,4 nel corso del 2011, con un conseguente forte contributo alle entrate pubbliche. L’Italia ha così evitato una perdita di risorse finanziarie che sarebbe stata particolarmente grave nell’attuale contingenza. “Questo risultato è stato raggiunto – dichiara il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca – grazie a un forte impegno delle amministrazioni regionali e centrali e a misure finanziarie e procedurali che non risolvono i problemi strutturali nell’utilizzo dei fondi”. Secondo il ministro “si può e si deve fare assai di più per spendere in tempo e bene le risorse messe a disposizione dall’Unione europea” già nel periodo di programmazione in corso. E’ proprio questo l’obiettivo del Piano d’azione, centrato su istruzione, trasporti, agenda digitale e credito per l’occupazione dei lavoratori svantaggiati, che è stato approvato dal Governo e dalle Regioni il 15 dicembre e che avrà il suo prossimo momento di verifica entro la fine di gennaio.