La Corte dei conti ha riferito al Parlamento sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’esercizio 2010 dell’Istituto nazionale per il Commercio estero (ICE), Istituto che è stato soppresso con il D.L. n. 98 del 6 luglio 2011, convertito nella legge n. 111 del 15 luglio 2011.
Nel 2010 l’ICE ha operato nel quadro della promozione dei rapporti economici e commerciali delle piccole e medie imprese italiane con l’estero, fornendo servizi di varia natura e livello di specializzazione, attenendosi alle linee direttrici indicate dal Ministero vigilante.
Il perseguimento dei citati obiettivi e lo sviluppo delle attività relative si sono rilevati particolarmente complessi a causa della drastica riduzione delle risorse economiche disponibili.
Anche nel 2010, l’Ente si è impegnato nella programmazione e nella realizzazione di progetti promozionali straordinari del “made in Italy”, e di iniziative con le Regioni. Sono state anche svolte, alcune missioni di sistema, d’intesa con i Ministeri degli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico, che hanno coinvolto le aziende italiane e le Associazioni degli imprenditori.
All’Ente è stato assegnato, per il 2010, un contributo di circa 79 milioni di euro, inferiore (di circa 6 milioni di euro) rispetto a quello erogato nel 2009.
Nel 2010 la spesa complessiva è diminuita per effetto, soprattutto, della riduzione del costo del lavoro determinato dalla cessazione dal servizio di personale di ruolo.
Ciononostante, anche in conseguenza della riduzione dei ricavi della vendita di servizi e dell’accantonamento al Fondo rischi per il contenzioso con il personale, il risultato di gestione è stato negativo, con un disavanzo di circa 12 milioni di euro che, al netto delle riserve di utili preesistenti, è ammontato a circa 4,8 milioni di euro, e del quale è stato previsto il ripiano sulla base di un piano di rientro triennale.