Il tira e molla tra Governo e farmacisti sembrerebbe aver partorito finalmente una soluzione che soddisfi entrambe le parti. Il ministro Passera lo aveva annunciato qualche settimana fa a Che Tempo Che Fa quando dichiarò che sulla questione non avrebbero ceduto ai dictat della “Casta” e ora ecco le novità previste per la liberalizzazione delle farmacie. Secondo la nuova norma, infatti, entro il 2013 il numero delle aperture dovrebbe subire un consistente aumento: fino alle 3mila farmacie nuove. Le aperture potranno essere effettuate solo dai farmacisti non titolari o che risiedono in zone disagiate. Le autorizzazioni dovranno essere gestire dalle Regioni che avranno l’obbligo di garantire una farmacia ogni 3mila abitanti più una in più per una eccedenza di 501 abitanti. Per i comuni al di sotto dei 9mila abitanti, l’eccedenza sarà quantificata a più di 1500 abitanti. Qualora le Regioni non avranno coperto almeno l’80% delle nuove farmacie entro il i marzo 2013, i farmaci di classe C con obbligo di ricetta (che per ora rimangono nelle farmacie) potranno passare alle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione. Inoltre, sempre le Regioni dovranno garantire l’istituzione dei concorsi entro 5 mesi dalla conversione del testo in legge ad esclusivo appannaggio dei non titolari, pena la perdita dei finanziamenti integrativi per la sanità.
Anche i farmacisti titolari saranno soggetti alla Riforma che prevede la riduzione da due anni a sei mesi il tempo a disposizione degli eredi per vedere la farmaci nel caso in cui questi non fossero muniti di una laurea specifica.
Ai Comuni resta la possibilità di far aprire farmacie presso stazioni ferroviarie e marittime, aeroporti internazionali, autostrade e centri commerciali purché non ve ne sia già una ad un kilometro e mezzo di distanza.