«I commercialisti italiani hanno scelto la via del dialogo tra le parti sociali per dire la propria sul delicato tema della riforma delle professioni. Il messaggio che desideriamo lanciare è quello di far prevalere la proposta sulla protesta, per affrontare con profondo spirito costruttivo il momento di eccezionale gravità in cui versa il nostro Paese». Così il presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili di Catania Margherita Poselli riassume il significato della mozione approvata nei giorni scorsi a Roma dall’assemblea dei presidenti e dei vicepresidenti dei 143 ordini nazionali della categoria, convocati dal presidente nazionale Claudio Siciliotti.
«Anche i professionisti catanesi, i cittadini tutti e le categorie sociali ed economiche che li rappresentano – continua la Poselli, appena rientrata dal raduno romano – sono invitati, come nel resto d’Italia, a dare prova del loro senso civico per garantire equilibrio e coesione nella collettività. Dall’altra parte chiediamo poi agli organi di Governo di dimostrare una disponibilità d’ascolto non soltanto formale».
Attraverso la mozione presentata, i commercialisti e gli esperti contabili italiani chiedono che venga dato corso alla riforma degli ordinamenti professionali sulla base dei principi negoziati con il precedente esecutivo dal Comitato Unitario delle Professioni; che venga confermata la possibilità per i professionisti di svolgere l’attività secondo un modello reale di forma societaria tra professionisti e non «una società in cui il peso dei professionisti sia assurdamente subalterno a quello di soci non professionisti nella partecipazione al capitale e nella presenza negli organi di governo societario»; che venga quanto prima rimessa mano alla disciplina del collegio sindacale e dei controlli di legalità sull’amministrazione delle spa e delle srl, «resa incoerente, asistematica, di incerta interpretazione, ma soprattutto di incerta efficacia, da un improvvido atto consumato all’ombra di uno dei momenti più drammatici della storia recente del Paese», come si legge nel testo redatto.
«È necessario – ha dichiarato la Poselli, spiegando ulteriormente il valore della mozione – mettere al centro delle azioni la difesa dell’equilibrio: innanzitutto quello delle scelte di risanamento del bilancio pubblico, oggi troppo sbilanciate sull’aumento delle entrate; in seguito quello tra determinazione nella lotta all’evasione fiscale nel settore privato e determinazione nella lotta alla corruzione e agli sprechi nel settore pubblico. Infine – citando testualmente la mozione – “l’equilibrio tra proattività nel liberalizzare l’economia del Paese e proattività nel liberare il Paese da uno Stato elefantiaco nel numero dei livelli di rappresentanza, nel numero di rappresentanti e nella numerosità di articolazioni delle pubbliche amministrazioni e del parastato”. Senza coesione sociale, anche il più piccolo ostacolo può divenire una montagna insuperabile».