Uno dei problemi maggiori nella stipula dei contratti tra società e consumatori sono le clausole vessatorie, ovvero quelle clausole che determinano una maggiore responsabilità e minori diritti per i cittadini a tutto vantaggio del professionista/impresa. Proprio per questo, non sono poche le istanze e sollecitazioni che le diverse associazioni dei consumatori hanno da sempre posto all’attenzione non solo delle stesse aziende interessate (si pensi, per esempio alle società elettriche e ai relativi contratti di fornitura agli utenti) ma anche al Governo.
Per venire incontro alla soluzione di tale questione, l’Esecutivo di Monti ha pensato bene di creare una apposita sezione all’interno del Decreto sulle liberalizzazioni che attutisse in qualche modo l’impatto che appunto queste clausole hanno sul consumatore. In primo luogo, la nuova norma stabilisce che i professionisti non dovranno più interloquire solo con i propri clienti ma dovranno fare i conti con l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato. Sarà, infatti, l’Antitrust che o d’ufficio o raccogliendo le istanze dei cittadini, valuterà la vessatorietà delle clausole contrattuali. Non solo. Oltre al “danno” per la società sarà prevista anche la beffa” visto che la stessa Autorità pubblicherà il provvedimento preso sul proprio sito Internet e “mediante ogni altro mezzo ritenuto opportuno”.
Alle società/professionisti, invece, è lasciata anche la libertà di prevenire tali procedure rivolgendosi sempre all’Antitrust per far valutare le clausole prima ancora che queste siano sottoposte al consumatore. Una volta ottenuto il verdetto, questo sarà vincolante per entrambe le parti.
Altre norme sono state introdotte per regolamentare le class action, ovvero quelle cause che i cittadini intraprendono in maniera collettiva contro un determinato soggetto. Fino ad oggi i consumatori potevano aggregarsi solo se condividevano diritti definiti “identici”: questo elemento è stato spesso discriminante per procedere in giudizio con la conseguente impossibilità di val valere eventualmente i propri diritti davanti ad un giudice. Ora, il nuovo Decreto sostituisce tale definizione con “del tutto omogenee”, cambiando radicalmente le carte in tavola. Infatti, questo permetterà di attivare una class action da parte di consumatori che versano, “nei confronti di una stessa impresa, in situazione del tutto omogenea”.
C.M.