Più licenze, più concorrenza, più turni e meno costi per i passeggeri (con il conseguente ribasso delle tariffe). Questa sembrerebbe il progetto che il Governo Monti avrebbe per liberalizzare il settore dei taxi ma ancora sono molti i punti di scontro tra Stato e tassisti che stanno lasciando il comparto ancora in una fase di definizione. Alcune norme, però, hanno già fissato le prime novità per il settore. In primo luogo, a seguito anche del trasferimento di competenza in materia di reti e trasporti all’Autorità per l’energia elettrica e il gas (che diventerà Autorità per le reti), i Comuni perderanno i poteri decisionali sulle concessioni delle licenze per i taxi fermo restando che dovranno comunque effettuare i relativi controlli di idoneità sia degli autisti che dei veicoli (i cui requisiti restano gli stessi). Per quanto concerne le tariffe, queste subiranno dei limini massimi mentre la concessione delle licenze sarà valutata caso per caso in base a rapporto costi-benefici e sentiti anche i pareri dei sindaci.
La concorrenza poterù inevitabilmente ad una svalutazione della licenza per chi già la possiede: per questi soggetti sarà previsto un bonus una tantum che proverrà o dai ricavi dell’asta per le licenze o concedendo al tassista in questione nuovi permessi che potrà rivendere o affittare. Non solo, ai tassisti saranno date anche altre libertà: possedere più licenze, licenze part time, flessibilità dei turni e possibilità di lavorare anche in zone diverse da quelle coperte dalla licenza previo consenso del Comune di riferimento.
C.M.