Sciopero Tir: Coldiretti, in centomila senza lavoro

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Sono almeno centomila i lavoratori impegnati nella raccolta, nel confezionamento, nel magazzinaggio e nella trasformazione dei prodotti alimentari deperibili come i fiori e la frutta e la verdura che non hanno potuto recarsi al lavoro a causa del blocco alla circolazione provocato dallo sciopero dei Tir che non ha fermato purtroppo soltanto la Fiat. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che al danno economico, salito a 150 milioni per l’agroalimentare Made in Italy, si aggiunge quello occupazionale che colpisce particolarmente giovani ed immigrati, che rappresentano una buona parte dei lavoratori impegnati nel settore agroalimentare a tempo determinato. Il blocco coinvolge ogni giorno circa 50mila tonnellate di prodotti alimentari deperibili che rischiano di essere buttati perché rimangono fermi nei camion, nei campi, nelle stalle e nei magazzini delle industrie e dei mercati generali dove non c’è piu’ lavoro in una situazione in cui l’ Istat ha annunciato che il divario salari – prezzi ha raggiunto il livello record dal 1995. La Coldiretti è impegnata nella mobilitazione “Coraggio Italia” con la distribuzione gratuita a pensionati e famiglie bisognose di latte, uova, frutta e verdura da parte degli agricoltori che ha interessato il Canal Grande a Venezia, Napoli, Torino (Moncalieri) e diversi capoluoghi di provincia della Calabria, dopo Milano, Roma, Bari, Bologna e Catania. Infatti – continua la Coldiretti – mentre i prodotti agricoli rischiano di essere buttati nei negozi e nei supermercati, se non riprende la circolazione, le ultime scorte stanno per esaurirsi. Già adesso mancano molti prodotti e si registrano speculazioni al consumo sui prezzi che per alcuni ortaggi sono aumentati anche del 40 per cento. La situazione piu’ difficile – precisa la Coldiretti – si rileva nella grande distribuzione dove i rifornimenti si realizzano attraverso i Tir mentre migliori sono le condizioni dei mercati rionali e di quelli degli agricoltori di Campagna Agricola dove le forniture vengono trasportate in piccoli mezzi e sono locali e i prezzi sono calmierati. Al danno economico immediato va aggiunta – sottolinea la Coldiretti – la perdita di credibilità con la grande distribuzione europea pronta a sostituire il prodotto Made in Italy con quello proveniente da Paesi come la Spagna nell’ortofrutta o dall’Olanda per i fiori, diretti concorrenti della produzione italiana. Ovunque – continua la Coldiretti – si segnala un preoccupante calo degli ordinativi dall’estero e un aumento delle difficoltà per gli agricoltori che oltre alla perdita per il prodotto deprezzato o svenduto sono costretti ad accollarsi anche il costo dello smaltimento dei prodotti non piu’ commercializzabili. La situazione di difficoltà dell’economia è reale, a partire dal caro gasolio che è costato solo alle aziende agricole 400 milioni di euro in un anno, ma – conclude la Coldiretti – la crisi in queste condizioni rischia di aggravarsi e occorre far ripartire al piu’ presto la circolazione.