Il Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso ospite del Tg3: “No al confronto sull’articolo 18. Non è il problema, la precarietà è l’emergenza. Bisogna incentivare buona occupazione, e non è la strada della riduzione dei diritti quella che dà buona occupazione”
La volontà di riformare il mercato del lavoro, ponendosi l’obiettivo di superare l’emergenza dettata dalla diffusa precarietà, fanno dire alla CGIL di essere ‘cautamente’ ottimista circa l’esito del tavolo di oggi a palazzo Chigi col governo sul tema lavoro. Il secondo round, dopo l’incontro “interlocutorio” di circa dieci giorni fa, che si spera possa essere l’avvio di una trattativa seria. Non solo sul mercato del lavoro ma anche, e soprattutto, sul come riavviare la crescita nel Paese.
Susanna Camusso, ospite del Tg3, risponde alle domande del direttore Bianca Berlinguer, a partire dall’incontro ‘informale’ di stamattina tra CGIL, CISL e UIL e la Confindustria. Alimentato da una strana fantasia, ovvero l’ipotesi rivelatasi infondata di un documento condiviso da portare al confronto col governo, oggi le parti hanno “ragionato sugli ammortizzatori sociali”, dice Camusso sottolineando la necessità di estenderli e di salvaguardarli in quei processi sempre più frequenti di ristrutturazione del nostro sistema industriale manifatturiero.
Ma l’attenzione passa ovviamente al tavolo di oggi e il Segretario Generale della CGIL ha modo di ribadire al Tg3 il deciso no al confronto sull’articolo 18: “Lo abbiamo detto con nettezza, e continuiamo a dirlo: l’articolo 18 non è il problema del mercato del lavoro”. Il vero problema è dettato dalla giungla contrattuale, dalle 46 forme contrattuali che formano il nostro sistema. Per questo bisogna partire dando rilevanza al contratto di apprendistato e a quello di reinserimento per gli ultra cinquantenni. La logica che deve muovere l’operazione sul mercato del lavoro, sostiene il leader della CGIL, è la ‘buona occupazione’: “Bisogna incentivare buona occupazione, e non è la strada della riduzione dei diritti quella che dà buona occupazione”, dice.
La CGIL sbarra quindi la strada ad una riduzione delle tutele: “Pensiamo che la difesa dal rischio di licenziamenti discriminatori debba essere un elemento di civiltà”, dice Susanna Camusso, che invita ad un atto di coraggio: “Si sta facendo sul tema dell’articolo 18 una discussione totalmente falsa. Si abbia il coraggio di dire che nel nostro Paese ci possono essere licenziamenti discriminatori”.
E sempre sul tema della flessibilità in uscita, rispondendo ad una domanda sulla posizione del ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, aggiunge: “Credo che il ministro sappia bene che bisognerebbe smetterla di dare una immagine del nostro Paese che non corrisponde alla realtà. E se c’è una cosa che proprio non si può dire è che nel nostro Paese non c’è una, e ahimè! ampia, uscita dal mondo del lavoro”. Quanto all’incontro di oggi con il governo, il cauto ottimismo della Camusso è legato, spiega, al fatto che “è importante fare questa discussione”, ed è “molto importante rimettere al centro del dibattito in questo Paese il tema dell’occupazione e delle sue prospettive”.