Parte in salita il percorso, in Parlamento e fuori, del decreto liberalizzazioni. Con le categorie colpite che protestano, Regioni, Province e Comuni che chiedono un confronto, partiti che ribadiscono i loro ‘distinguo’. E chi addirittura, come il presidente della Commissione Industria di Palazzo Madama alla quale è affidato l’esame del provvedimento, Cesare Cursi (Pdl), definisce il decreto ”inutile”. Ma il Governo non intende cedere terreno, anzi rilancia. ”Se necessario il governo varerà una seconda tranche di liberalizzazioni”, annuncia il ministro per lo Sviluppo,Corrado Passera. Proseguono intanto a ritmo serrato le audizioni a Palazzo Madama: gli ‘auditi’ si dividono tra chi dice bene, andiamo avanti, e chi invece lamenta che si poteva fare di più.
E’ il caso dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) che, oltre a sottolineare la ‘timidezza’ su alcuni settori (banche e assicurazioni), mettono in dubbio che dal decreto arriveranno effetti positivi su crescita e salari. Effetti ”tutti da dimostrare”. Confindustria ribadisce la sua approvazione ma segnala alcune ”criticità”. I partiti vanno in ordine sparso tra chi vuole rafforzare le misure (”cercheremo di migliorare e rafforzare il dl”, dice il capogruppo Pd Anna Finocchiaro) e chi, come il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, annuncia modifiche a favore delle categorie. Sembra intanto ‘superato’ l’ ‘incidente’ che ha visto ieri la commissione Giustizia del Senato bocciare parti rilevanti del decreto. ”Non ne terremo conto”, affermano i relatori in commissione Filippo Bubbico (Pd) e Simona Vicari (Pdl). Questo anche se inizia a circolare l’ipotesi di alcune modifiche, ad esempio, a favore degli avvocati. Che restano sempre sul piede di guerra: plauso dell’organismo unitario dell’avvocatura, per la decisione del Tribunale di Cosenza di rinviare la norma con cui sono state abolite le tariffe professionali alla Corte costituzionale. Regioni, Province e Comuni non si dicono contrari alle liberalizzazioni, ma chiedono al Governo un confronto che finora non è arrivato. Ma dopo un incontro, il ministro per gli Affari Regionali, Piero Gnudi, parla di ”spirito di collaborazione”. Prosegue la protesta di Federfarma che spiega: ”il decreto presenta almeno due profili di incostituzionalità”, e annuncia che la serrata per il momento è solo sospesa. L’appello di Federfarma trova sponda in Senato nella relatrice al provvedimento. Le parafarmacie insistono: ”subito la vendita dei farmaci di fascia C in parafarmacia”. Federdistribuzione, Coop e Conad bocciano come incostituzionale e ”dirigistico” l’articolo che impone un preciso tipo di contratto per la cessione di prodotti agricoli e alimentari. Mentre ‘plaude’ l’Autorità per l’Energia che ritiene ”opportuna” la separazione Eni-Snam. Ma – precisa – seguendo le regole europee. Ovvero cessione completa. E chiede anche ulteriori interventi per rendere maggiormente competitivi i mercati del gas e dell’elettricità. Infine l’Autorità per i contratti pubblici chiede di rivedere la vigilanza sui contratti pubblici, ”affidata ad un’autorita’ terza, estrapolando quella sulle autostrade che viene affidata alla competenza ministeriale”.