Confcommercio, consumi: a dicembre calma piatta, nessun segnale di risveglio

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L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a dicembre del 2011 una variazione nulla in termini tendenziali e una crescita dello 0,3% rispetto a novembre (tabb. 2 e 3). I dati registrati a dicembre, che appaiono meno negativi se confrontati con quelli dei mesi precedenti, vanno letti con estrema cautela.
Nella media dell’intero 2011 l’indicatore ha evidenziato una riduzione dello 0,4%. In termini di media mobile destagionalizzata a tre mesi il dato segna un’ulteriore flessione, indicando anche nel quarto trimestre una riduzione dei volumi acquistati dalle famiglie.
Alla luce degli indicatori congiunturali disponibili, la tenuta registrata dalla domanda sembra riflettere più il tentativo delle famiglie di tenere invariato il livello dei consumi in un periodo come quello delle festività di fine anno, che un’inversione di tendenza.
In clima di fiducia delle famiglie, in termini destagionalizzati, si è attestato a gennaio 2012 sui valori minimi già toccati a dicembre ed anche il sentiment delle imprese continua a segnalare un deterioramento. Stando alle stime di Confindustria, a gennaio 2012 è proseguita la fase di ridimensionamento dell’attività produttiva (-0,6% rispetto a dicembre) iniziata a settembre del 2011. Tendenza che, sulla base dei dati sugli ordinativi (-1,7% in termini congiunturali), dovrebbe permanere almeno fino all’inizio della primavera. In linea con il deterioramento dell’attività produttiva, anche il mercato del lavoro ha cominciato ed evidenziare segnali di peggioramento. Secondo le stime provvisorie, a dicembre il tasso di disoccupazione è salito all’8,9% (31% per la fascia 15-24 anni). Gli occupati sono calati di 5 mila unità rispetto a novembre e di 96 mila rispetto allo scorso anno.

Il quadro d’insieme evidenzia un deterioramento della domanda per quasi tutte le macrofunzioni di spesa che compongono l’ICC, elemento che contribuisce a guardare con molta prudenza al dato di dicembre. Fanno eccezione alla generalizzata tendenza alla riduzione i consumi per i beni e i servizi per le comunicazioni (+9,4), la cui domanda continua ad essere sostenuta quasi esclusivamente dalla componente relativa ai beni per l’ICT domestico.
Particolarmente negativa è risultata, anche a dicembre, la dinamica relativa alla domanda per i beni e servizi per la mobilità (-6,6%).
Un deciso ridimensionamento si è riscontrato anche per la domanda di abbigliamento e calzature (-3,1%), settore che vive ormai da tempo una fase critica.
Situazioni di accentuata difficoltà si sono registrate, anche a dicembre, per la domanda di beni e servizi per la casa (-3,5%), al cui interno i consumi di mobili e di elettrodomestici continuano a segnalare un netto ridimensionamento, e per l’alimentare, le bevande ed i tabacchi (-2,4).
Relativamente alle spese per i beni e servizi ricreativi, dopo il modesto miglioramento registrato a novembre, a dicembre i volumi acquistati dalle famiglie sono tornati a segnalare una diminuzione (-1,7%), andamento a cui continuano a fare eccezione solo i consumi per giochi, lotterie e scommesse.

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

I dati destagionalizzati e corretti per i valori erratici mostrano a dicembre un aumento dell’ICC dello 0,3% (tab. 3). Il miglioramento registrato nell’ultimo mese del 2011 non ha permesso di recuperare quanto perso nei mesi precedenti come segnala l’ulteriore ridimensionamento registrato in termini di media mobile a tre mesi.
In particolare, nel mese di dicembre si registra una moderata crescita della domanda sia per i servizi (+0,2%) che per i beni (+0,3%).
La contenuta tendenza al recupero ha interessato quasi tutte le macro funzioni di spesa con l’unica eccezione della domanda per l’abbigliamento e le calzature (-0,7%).
Tra i diversi aggregati il miglioramento più significativo si è registrato per i beni e servizi per la mobilità (+1,4%), andamento che ha determinato solo un minimo recupero rispetto alle dinamiche pesantemente negative che hanno caratterizzato quasi tutto il 2011.
In moderata crescita sono risultati, nel mese di dicembre, anche i consumi per gli alimentari e le bevande (+0,2%), fenomeno che, come sembrano indicare le prime informazioni relative a gennaio, potrebbe essere derivato dalla diversa tempistica con cui le famiglie hanno effettuato le spese per le festività di fine anno più che da una modifica nei comportamenti.
Nel complesso tuttavia, si conferma la sensazione che a dicembre non si sia manifestato alcun crollo della domanda da parte delle famiglie, le quali manifestano ancora importanti segnali di tenuta della propensione al consumo.

LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di febbraio 2012 si stima una variazione congiunturale dello 0,3% dell’indice dei prezzi al consumo. Il dato porterebbe ad una stabilizzazione del tasso tendenziale, stimato attestarsi al 3,2%, valore analogo a quello registrato a gennaio.