Lavoro: “diplomazie” in azione, ma restano le distanze

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Diplomazie in campo, ma restano le distanze ed un clima acceso sulla riforma del mercato del lavoro. Basta leggere le ultime estrenazioni della leader della Cgil, Susanna Camusso, che ha trovato “fuori luogo la continuita’ di esternazioni” da parte del Governo e sull’articolo 18 ha detto che ”è una norma deterrente e proprio per questo non va cancellata. Non è il tema di cui dobbiamo parlare”. E proprio l’articolo 18 il nodo che può far saltare il confronto, e che rimarca la distanza tra la Cgil, la posizione del governo, ed il pressing delle imprese. Contrapposizioni nette, ma restano aperti canali informali di confronto tra le parti sociali e con il governo alla vigilia del nuovo giro di incontri di sindacati e imprese, dopo quelli a livello tecnico che si sono tenuti ieri. E che sono serviti a mettere a punto, alla luce del diverso approccio del governo, le linee condivise dai sindacati a metà gennaio. Nel pomeriggio di oggi si incontreranno i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, nella sede della Uil (alle 17). Poi si sposteranno nella foresteria di Confindustria per l’incontro con il presidente degli industriali, Emma Marcegaglia (alle 19). Un doppio ‘vertice’ in vista del tavolo, il terzo, con il governo sulla riforma del mercato del lavoro: a quanto sembra la convocazione (che era attesa per giovedì) non arriverà prima dell’inizio della prossima settimana. Intanto, come aveva garantito all’ultima riunione del tavolo, il ministro del Lavoro Elsa Fornero mantiene aperto un canale di confronto con le parti sociali. Anche con incontri bilaterali informali: ieri ha visto una delegazione di Rete Imprese Italia, con il presidente di turno Marco Venturi. Eventuali interventi sull’articolo 18, per Rete Imprese, “‘non dovranno ricadere sulle imprese” con l’introduzione di ”insostenibili aggravi di costi”. Le aziende del terziario, ha sottolineato Venturi, ”non possono sopportare ulteriori incrementi del costo del lavoro”. E mentre l’Ocse afferma che l’articolo 18 ”non è il punto fondamentale” della riforma del lavoro, il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni ribadisce il no alla soppressione ma conferma l’apertura sulla possibilità di intervenire sui licenziamenti per motivi economici e sui tempi delle cause di lavoro, come la Uil. ”Siccome l’attacco che stanno portando all’articolo 18 è pericoloso – afferma Bonanni – noi dobbiamo riuscire a separare” tra le questioni: un conto è la vicenda economica ed un conto è la discriminazione e l’abuso nei confronti di persone. Quindi noi diciamo no alla soppressione dell’articolo 18; siamo d’accordo a rivedere i tempi del giudizio ed alcuni aspetti che riguardano il giudizio”.