“I dati diffusi dalla Cgia di Mestre a proposito della platea effettiva di lavoratori coperti dall’articolo 18 dello Statuto sono la prova dell’importanza di questo strumento anche in termini numerici. E ora chi a scopo di propaganda continua ad affermare che l’articolo 18 è una norma che vale solo per una minoranza di lavoratori a che cosa si potrà appigliare?”. Se lo chiede Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, che commenta i dati diffusi dalla Cgia di Mestre secondo la quale il 65% dei lavoratori sarebbe coperto dall’articolo 18.
“La maggioranza di operai e impiegati – spiega Fammoni – è tutelata da una norma di civiltà che impedisce il licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo. Un fatto molto importante in sé, ma anche come deterrente contro altri abusi su altri diritti.”
“Come questi dati dimostrano – dice ancora Fammoni – quando un giustificato motivo esiste le aziende sono in grado di provare le loro ragioni, dunque si tratta di una norma che è una garanzia per tutti e che funziona. Per renderla più efficace si può affrontare il tema della lunghezza delle cause dando così maggiori garanzie a lavoratori e imprese. Ma è tutto quello che serve e la realtà dimostra che l’articolo 18 è utile, funziona e non c’è niente da abrogare o superare. Se ne facciano una ragione tutti quelli che vorrebbero farlo”