Per la seconda volta in meno di 24 ore, il portavoce vaticano, p. Federico Lombardi, e’ intervenuto per smentire accuse lanciate contro lo Ior e la trasparenza delle operazioni finanziarie condotte dal Vaticano. La Santa Sede, si legge in un comunicato diffuso dalla Sala Stampa vaticana, considera ”non corrispondente a verita”’ la ”insinuazione” fatta ieri nella trasmissione de La7 ”Gli intoccabili” che ”le normative vaticane non consentirebbero le indagini o i procedimenti penali relativi a periodi precedenti” l’entrata in vigore della legge antiriciclaggio.
”L’affermazione che lo Ior e’ una banca non corrisponde a verita”’, prosegue la nota: ”Lo Ior e’ una Fondazione di diritto sia civile che canonico regolata da un proprio statuto; non mantiene riserve e non concede prestiti come una banca. Tanto meno e’ una ‘banca off-shore’. Di fatto, nella citata trasmissione viene usato tale termine non per illustrare il vero carattere e la funzione dello Ior, ma per creare un’impressione di illegalita’. Lo Ior si trova all’interno di una giurisdizione sovrana e opera in un quadro normativo e regolamentare, che comprende anche la legge antiriciclaggio vaticana”.
La Nota vaticana sottolinea anche ”secondo la normativa vaticana in materia di antiriciclaggio l’Autorita’ giudiziaria vaticana ha il potere di indagare anche transazioni sospette avvenute in periodi precedenti al 1* aprile 2011, e cio’ anche nel quadro della cooperazione internazionale con i giudici di altri Stati, inclusa l’Italia”. Un ”memo esclusivo” prodotto dalla trasmissione de La7 offriva un parere negativo su questo tema ma, riferisce la nota, si tratta di un documento ”senza alcun valore ufficiale”, che ”rappresenta unicamente le valutazioni di chi l’ha scritto”.
Nella tarda serata di ieri, la Sala Stampa vaticana aveva risposto all’articolo dell’Unita’ ”Riciclaggio, quattro preti indagati. I silenzi del Vaticano sui controlli”, bollato come una ”notevole mancanza di serieta’ di indagine”. ”L’articolo – spiegava la nota – presuppone che vi siano quattro sacerdoti – Emilio Messina, Salvatore Palumbo, Orazio Bonaccorsi ed Evaldo Biasini – che hanno utilizzato l’Istituto per le Opere di Religione (Ior) per riciclare del denaro. L’accusa principale e’ che lo Ior e’ stato coinvolto in un’attivita’ illegale e non ha dato assistenza alle Autorita’ italiane che perseguivano queste persone. Cio’ non e’ corretto”.
Fonte: Asca