Quasi un terzo delle imprese, il doppio di due anni fa, ottiene meno credito di quanto richiesto o non lo ottiene affatto, si riduce – dal 49,8% al 35,8% – la quota di imprese che ottengono finanziamenti uguali o superiori rispetto alla richiesta e sono sempre meno le imprese in grado di far fronte da sole, e senza alcuna difficoltà, al proprio fabbisogno finanziario (la quota è scesa infatti dal 49,2% del terzo trimestre 2011 al 41,8% del quarto trimestre); in ogni caso, le imprese che si sono rivolte al sistema bancario per chiedere un finanziamento sono solo il 18,1%; anche la situazione relativa alle “condizioni del credito” (tasso di interesse, costi di istruttoria e delle altre condizioni, durata temporale del credito, garanzie richieste agli imprenditori) e ai costi dei servizi bancari è sensibilmente peggiorata rispetto al periodo precedente. Insomma, è un quadro fortemente negativo – il peggiore rilevato finora – che evidenzia situazioni di particolare disagio soprattutto per le imprese del Mezzogiorno e le microimprese del commercio e del turismo.
Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dall’Osservatorio sul credito per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel quarto trimestre del 2011 realizzato da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Ricerche.
Fabbisogno finanziario
Diminuisce nel quarto trimestre del 2011 la percentuale delle imprese del terziario che si sono rivelate in grado, senza alcuna difficoltà, di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario. Più nel dettaglio il 41,8% delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi ha affermato di essere stata in grado di fare fronte al fabbisogno finanziario senza alcun problema, erano il 49,2% nel trimestre precedente. Il 47,0% delle imprese ha affermato di essere stata in grado di fare fronte ai propri impegni nel trimestre, ma con qualche difficoltà, a rispondere allo stesso modo erano soltanto il 35,7% delle imprese nel corso del trimestre precedente. L’11,2% delle imprese ha affermato di non essere riuscita a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario nel trimestre. Le situazioni di maggiore disagio sono state rilevate presso le imprese delle regioni del Mezzogiorno, presso le microimprese e presso le imprese operative nel settore del commercio e del turismo.
Domanda e offerta di credito
Diminuisce la percentuale delle imprese del terziario che nel quarto trimestre del 2011 si sono rivolte alle banche per chiedere un fido, un finanziamento, o la rinegoziazione di un fido, o di finanziamento, esistente: sono state appena il 18,1%.
Nell’ambito delle imprese che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere credito il 35,8% lo ha ottenuto con un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto, il 14,4% lo ha ottenuto, ma con un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto, il 18,1% ha visto rifiutarsi la propria domanda di credito, il 13,7% è in attesa di conoscere l’esito della propria domanda di credito, ed un analogo 17,9% ha dichiarato di essere intenzionata a fare domanda di credito alle banche nel prossimo trimestre.
Di fatto è diminuita la percentuale delle imprese che ottengono il credito con un ammontare pari o superiore rispetto alla richiesta: sono state il 35,8% contro il 49,8% del trimestre precedente (area di stabilità).
Resta altissima la cosiddetta “area di irrigidimento” restituita dalla somma della percentuale delle imprese che si sono viste accordare un credito inferiore rispetto a quello richiesto e dalla percentuale delle imprese che non se lo sono viste accordare affatto. L’area di irrigidimento ha colpito nei mesi di ottobre, novembre e dicembre il 32,6% delle imprese del terziario.
Complessivamente la domanda/offerta di credito ha fatto registrare al termine del 2011 la peggiore dinamica mai rilevata prima dall’Osservatorio credito Confcommercio, con una preoccupante contrazione della percentuale di imprese che ottengono credito da parte delle banche. Desta un qualche genere di allarme inoltre il fatto che la percentuale delle imprese del terziario alle quali le banche hanno negato il credito o lo hanno concesso in misura inferiore rispetto alla richiesta è simile alla percentuale delle imprese alle quali il credito è stata concesso.
L’irrigidimento del credito è stato rilevato ovunque in Italia.
· Nelle regioni del Nord-Ovest per quanto l’andamento del fenomeno sia migliore rispetto al resto d’Italia, si assiste comunque ad un peggioramento rispetto al trimestre precedente: la percentuale delle imprese che hanno ricevuto il credito con un ammontare pari o superiore a quello richiesto è stata pari al 52,6%, contro il 65,1% del periodo precedente; la percentuale delle imprese che si sono viste negare in tutto o in parte il credito richiesto è stata pari al 20,4%, contro il 21,3% del periodo precedente.
· Nelle regioni del Nord-Est l’andamento del fenomeno è simile per alcuni versi a quello nazionale pur a fronte di una diminuzione dell’area di stabilità o allentamento: la percentuale delle imprese che hanno ricevuto il credito con un ammontare pari o superiore a quello richiesto è stata pari al 35,9%, contro il 52,2% del periodo precedente; la percentuale delle imprese che si sono viste negare in tutto o in parte il credito richiesto è stata pari al 26,4%, contro il 33,6% del periodo precedente.
· Nelle regioni del Centro Italia si rileva un andamento del tutto analogo a quello nazionale: la percentuale delle imprese che hanno ricevuto il credito con un ammontare pari o superiore a quello richiesto è stata pari al 33,5%, contro il 49,6% del periodo precedente; la percentuale delle imprese che si sono viste negare in tutto o in parte il credito richiesto è stata pari al 33,3%, contro il 34,6% del periodo precedente.
· Nelle regioni del Mezzogiorno si rileva un significativo peggioramento dell’andamento della domanda/offerta di credito rispetto al dato nazionale, anche se non per quanto concerne l’andamento del fenomeno in queste regioni rispetto al trimestre precedente: la percentuale delle imprese che hanno ricevuto il credito con un ammontare pari o superiore a quello richiesto è stata pari al 32,3%, contro il 32,7% del periodo precedente; la percentuale delle imprese che si sono viste negare in tutto o in parte il credito richiesto è stata pari al 38,7%, contro il 48,0% del periodo precedente. In sintesi nelle regioni del Mezzogiorno l’irrigidimento del credito è molto più evidente rispetto a quanto non avvenga nel resto del paese, anche se negli ultimi tre mesi del 2011 si assiste ad un leggero allentamento nei confronti delle imprese del terziario da parte del sistema delle banche.
Offerta di credito
L’offerta di credito è stata analizzata esclusivamente presso le imprese del terziario che dispongono di un finanziamento, o di un fido, in funzione dei seguenti indicatori:
il costo del finanziamento (tasso di interesse)
il costo dell’istruttoria e delle cosiddette “altre condizioni” (es. valuta, servizi accessori, ecc.)
la durata temporale dei finanziamenti concessi
le garanzie richieste dalle banche a fronte del finanziamento
Peggiora nel quarto trimestre del 2011 il giudizio delle imprese del terziario per quanto concerne sia il tasso di interesse applicato, sia la durata temporale del credito, sia la situazione delle garanzie richieste a copertura dei finanziamenti concessi.
L’aumento del costo del credito risulta più accentuato presso le microimprese, operative nel settore del commercio nelle regioni del Meridione.
Costo dei “servizi” bancari
In leggero peggioramento rispetto al periodo precedente anche la situazione riguardante il costo dei servizi bancari nel loro complesso (a titolo di esempio, il costo per la tenuta conto corrente, per l’emissione di disposizioni, per il pagamento di effetti, per i movimenti di titoli, ecc.). Il saldo tra la percentuale delle imprese del terziario che hanno affermato che la situazione è migliorata nell’ultimo trimestre dell’anno e la percentuale delle imprese che hanno affermato che la situazione è peggiorata rispetto al trimestre precedente è risultato pari a -29,9 contro il precedente -23,7.
Il peggioramento è stato rilevato ovunque in Italia con una prevalenza presso le imprese operative nelle regioni nel Nord-Ovest e del Nord-Est