Giovani e lavoro a termine in Italia e in Europa

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DATAGIOVANI propone una analisi sui lavoratori dipendenti a termine e la loro incidenza percentuale rispetto al totale dei lavoratori dipendenti. Le fonti di riferimento dei dati sono due: Eurostat, per quanto riguarda i confronti europei (ultimi dati disponibili al terzo trimestre 2011, per alcune caratteristiche specifiche anno 2010); Istat – Rcfl, per quanto riguarda la fotografia degli Under 30 in Italia nel primo semestre 2011.

I principali risultati emersi relativamente al confronto europeo sono così sintetizzabili:

L’Italia rispetto a tutti i principali Paesi europei parte nel 2001 da una incidenza di contratti a termine molto più bassa, con una situazione addirittura amplificata per quanto riguarda i giovani, sia nella fascia 15-24 anni (23,3%, contro la media UE al 35,9%), sia in quella più allargata agli Under 40 (24,6%).
Dal 2004, dopo l’entrata in vigore della legge Biagi, il trend di crescita dei contratti a termine in Italia è vertiginosa, soprattutto per i giovanissimi, che sfiorano il 50% dei contratti nei primi 9 mesi del 2011. Una crescita di 26 punti percentuali, rispetto ad una media europea del 6,5%.
Il risultato di queste dinamiche è che a settembre 2011 l’incidenza dei contratti a termine complessivi in Italia è del tutto allineata al valore europeo: 13,3% contro 14%.
Se si guarda però ai giovani dai 15 ai 24 anni il peso dei contratti a termine è di oltre 7 punti superiore alla media UE, ma comunque inferiore ai valori di Germania e Francia, che superano abbondantemente il 55% (in Spagna siamo oltre al 60%).